A Soverato si ricorda la poetessa Giusi Verbaro

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  08 agosto 2019 14:58

di FRANCESCO IULIANO

 

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«Giusi Verbaro è stata una scrittrice, un poeta, che ha speso il proprio talento, la propria capacità di parlare, in un contesto sociale. Non è mai stata un poeta autoreferenziale che scrive nel chiuso della sua stanza, ma un poeta che ha avuto un grandissimo desiderio di condividere la poesia con gli altri ed avendo sempre una precisa convinzione della funzione sociale della poesia. E questo libro, nasce proprio da questo assunto. Nasce, cioè, dall’idea che la poesia è socialmente necessaria. Quindi non un fatto individuale, ma un fatto antropologico che ha a che fare con il rapporto tra un individuo, il poeta, con la propria comunità.  Il poeta, quindi, non è isolato ma fa parte della comunità».

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E’ con queste parole che Caterina Verbaro, figlia della scrittrice e poeta Giusi Verbaro, ha iniziato la presentazione del libro “Le tracce di Labirinto”, il libro-testamento di Giusi Verbaro, dedicato all’esperienza della lettura poetica.

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All’incontro, organizzato dalla libreria Incontro di Soverato ed allestito all’interno dell’area ex Comac, hanno partecipato, moderati presentati dal rappresentante della Mondadori-Incontro, Bruno Valenti, il professore associato di Letteratura italiana contemporanea presso l'università Lumsa di Roma, Caterina Verbaro e l’ordinario di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università della Calabria Vito Teti

L’appuntamento di Soverato, è arrivato a qualche mese di distanza dalla intitolazione, a Giusi Verbaro,della sala Consultazione della biblioteca comunale “Filippo De Nobili” di Catanzaro.

«Quella da cui si parte – ha aggiunto Caterina Verbaro - è l’idea che la poesia debba essere letta ad un livello molto più ampio da quello che succede ora. E’ risaputo, infatti, che la poesia sia un genere elitario e che la lettura della poesia sia molto limitata, anche nelle cerchie delle persone colte. Questo libro, dunque,  nasce dalla convinzione che la lettura della poesia debba essere ampliata, debba essere socialmente condivisa. Questo, perché la poesia ha delle qualità sociali che oggi sembrano essere estremamente importanti».

La docente ha quindi parlato di quello che lei stessa considera uno dei grandi drammi della nostra epoca:l’impoverimento linguistico, individuando nella poesia l’antidoto a questo impoverimento che riguarda, ancor più le giovani generazioni.

Il contributo di Caterina Verbaro  è stato preceduto dall’introduzione di Vito Teti, nella quale ha riaffermato l’idea che «far conoscere la poesia sia, oggi, un atto sociale» e dalla presentazione di alcuni brani della produzione letteraria di Giusi Verbaro, letti da Rosanna Tedesco.

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