di CARLO MIGNOLLI
“A still volcano life”, una tranquilla vita da vulcano, questo il titolo della poesia autoritratto di Emily Dickinson. È proprio questa poesia ad aver ispirato la nascita dello spettacolo, organizzato da AMA Calabria, in scena l’8 marzo alle ore 18 presso il Teatro Grandinetti di Lamezia Terme. Sarà una serata dedicata alle donne nel giorno della loro festa.
La cantante Maria Pia De Vito, la pianista Rita Marcotulli e il trombettista Luca Aquino si esibiranno in un progetto ispirato alla creatività femminile, con composizioni originali e omaggi a poetesse come la già citata Emily Dickinson e artiste dal calibro di Edna St. Vincent Millay. Il concerto promette di portare alla luce la vita interiore delle donne attraverso la musica.
Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli e Luca Aquino
Proprio Luca Aquino, uno dei tre protagonisti della serata, si è raccontato ai nostri microfoni:
Sarà a Lamezia Terme l’8 marzo per lo spettacolo musicale “A still volcano life”. Quando nasce e come è stato lavorare a questo progetto insieme a Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli?
«Stimo da sempre le due colleghe che si esibiranno con me e rappresentano dei miei punti di riferimento. Ho conosciuto Maria Pia nel 2006 quando le chiesi di collaborare al mio secondo album “Lunaria”. Registrammo “No surprises”, brano dei Radiohead e da lì abbiamo collaborato sempre di più. Anche io ho suonato per alcuni suoi progetti. Un anno fa mi ha chiesto di collaborare per la realizzazione dello spettacolo in questione insieme a Rita: lei possiede un talento naturale ed è una delle pianiste che stimo di più in assoluto e ha collaborato con artisti internazionali. L’idea di dar vita ad un trio è stata di Maria Pia. Ci siamo incontrati nello studio di Rita per fare delle prove e successivamente ci siamo esibiti per la prima volta a Napoli e per ora sta andando molto bene».
I brani che verranno eseguiti sono collegati tra loro e vengono affrontati diversi generi?
«Il collegamento viene dato dal suono del trio. Si usa un po’ di elettronica, ma anche suoni poetici e composizioni originali di Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito. Si varia anche da una lingua all’altra, sempre resa unilaterale grazie al nostro modo di suonare».
Qual è il ruolo dell'improvvisazione nella sua esibizione per questo concerto?
«Noi abbiamo dei brani davanti che poi svisceriamo con l’uso dell’improvvisazione. Ci sono alcune parti del concerto in cui improvvisiamo in maniera radicale, senza paletti».
Qual è il messaggio principale che sperate di comunicare attraverso la vostra musica e cosa le piacerebbe che il pubblico portasse via con sé dopo aver assistito a questo concerto?
«Spero che il pubblico dopo aver assistito al nostro concerto porti a casa l’idea di bellezza assoluta, quindi che comprende il rispetto, i bei modi, l’uguaglianza di genere e molto altro».
Quali consigli darebbe a dei giovani che decidono di intraprendere la difficile strada della musica?
«Oggi è più difficile per certi versi, perché ci sono molti più musicisti rispetto al passato e tutti più preparati perché si studia molto di più. Dall’altro lato è più semplice perché la professione del musicista si è allargata, nei Conservatori non si insegna più solo musica classica, ma anche pop, jazz e molto altro. C’è una professionalità estesa a vari aspetti della musica. Un musicista oggi può diventare un bravo fonico o ingegnere del suono. La chiave di tutto resta sempre la passione, quando c’è questa le difficoltà possono essere superate. Un ultimo consiglio che mi sento di dare è quello di aspettare e non andare troppo di fretta: ho registrato il mio primo album a 33 anni e ne vado fiero».
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