di CARMINE MUSTARI
Che notti magiche, parafrasiamo il titolo di una canzone, ma non ci sarebbe titolo più azzeccato per un sunto di quanto si è vissuto in questi due giorni, che tra veglie, concerti, vino, polpette e crespelle, musica e allegria ha sancito il successo di una manifestazione che non è solo numeri, ma anche qualità e momento di condivisione per tutti e tutto si è palesato nell’abbraccio di migliaia di persone, alcuni mossi da fede, altri dal semplice bisogno di evadere da tormenti e routine e questo ha contribuito a fare di Taverna il fulcro ludico e devozionale di tutta la Presila catanzarese. Una chiusura coi botti a Taverna, al plurale perché di botti ne abbiamo sentiti tanti nel corso delle due giornate animate dalle diverse manifestazioni celebrate in onore del “Bommineddhu”.
Se volessimo quantificare il numero di presenze nella piazza di Taverna, nei due giorni possiamo dire senza il timore di essere smentiti che si sono superate le 10mila presenze, un successo forse dovuto al desiderio di ritornare alla normalità dopo due anni di chiusure causa covid, un successo tanto condizionato dal clima mite, e dai tanti appuntamenti in programma, forse una serie di circostanze favorevoli, che a Taverna hanno portato migliaia di persone, non solo dai paesi limitrofi ma da tutta la regione e da ogni dove, persino il Tg3 regionale lo ha sottolineato con una diretta mattutina che è servita ancora di più ad incuriosire turisti e avventori, la testata Rai ha offerto non solo una carrellata di immagini dell’ameno paesaggio, ma anche un ricco servizio in un percorso tra l’arte, la tradizione, l’accoglienza e la ricca offerta culinaria dei villaggi. Tante comunque le iniziative e le manifestazioni di vario genere a Taverna, tra sacro e arte, tra momenti ludici e appuntamenti gastronomici ce n’è per tutti i gusti e le esigenze. Uno degli appuntamenti più attesi dell’anno resta comunque quello dei solenni festeggiamenti in onore di Gesù Bambino, che a Taverna chiamano amorevolmente “U Bommineddhu” e che ha una tradizione secolare che si perde nel tempo. La festa in questione, organizzata e gestita dalla Confraternita del Santissimo Rosario che ha sede e svolge attività nella chiesa monumentale di San Domenico. Come ogni anno ritornano a Taverna per vivere insieme ai parenti un periodo di condivisione e devozione. Provengono soprattutto dal Nord Italia: Milano, Torino, Roma, ma soprattutto da Monza dove esiste una delle comunità più numerose di tavernesi emigrati, saranno centinaia e ancora si continua purtroppo ad emigrare, sia a Monza dove si hanno più contatti, sia in altri luoghi, anche se i giovani che emigrano prendono direttive anche nei paesi comunitari e oltre. E tanti emigrati non rinunciano alla festa del “Bommineddhu o Bomminu”, è una tradizione, un evento che per chi lo ha vissuto resta vivo nel cuore e una volta che si manca sembra di aver fatto un torto alle proprie radici cristiane.
Gli aspetti di questa festa sono molteplici, c’è tutto dentro, la fede, la tradizione che si traduce nell’accensione della “Fochera nella notte di veglia tra il 5 e il 6 gennaio, c’è il fascino della processione del simulacro di Gesù Bambino, benedicente e piccolo, vestito del solo mantello, aperto davanti e innocente e puro nella sua nudità, Piccolo dicevamo, si vero, poiché posto su una vara enorme e arricchita da cento e cento fiori bianchi, il colore del candore, piccolo ma immenso nel cuore di tutti, che il giorno della processione lo attendono all’uscita della chiesa di San Domenico, con la piazza stracolma di gente con il naso all’insù per salutarlo, inviare un bacio e nell’intimo del proprio cuore chiedere una grazia.
Ed esce il simulacro e ad esso si accompagnano anche le statue di Maria e Giuseppe, la sacra famiglia, il trio perfetto della sacralità, accompagnato questo dalla banda musicale di Taverna, la quale già dalle prime ore del mattino, ancora prima del sorgere del sole, annuncia ai tavernesi e non solo, perché i paesi qui, in questa valle dell’Alli i borghi sono tutti ad un tiro di schioppo, ed è cosi che si regala allegria, ai piccini di certo, ma anche agli adulti. Poi accade il momento clou di tutta la festa, si avviene la famosa e attesa “Cunfrunta” tre volte si avvicinano, tre volte si allontanano, applausi, musica e fuochi d’artificio si trasformano in un’apoteosi.
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