A tu per tu con Paolo Barbonaglia, ballerino di "Amici" e protagonista di “Giulietta e Romeo” per AMA Calabria

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images A tu per tu con Paolo Barbonaglia, ballerino di "Amici" e protagonista di “Giulietta e Romeo” per AMA Calabria

Il ballerino sarà a Lamezia Terme, Catanzaro e Palmi, rispettivamente il 14, 15 e 16 dicembre per lo spettacolo organizzato da Ama Calabria.

  13 dicembre 2023 15:19

di CARLO MIGNOLLI

AMA Calabria presenta “Giulietta e Romeo”, un classico firmato dal coreografo e regista Fabrizio Monteverde, ispirato alla tragedia di William Shakespeare. Il 14, 15 e 16 dicembre, il Balletto di Roma farà tappa rispettivamente a Lamezia Terme, Catanzaro e Palmi per il proseguimento del Tour 2023/2024 che si concluderà ad aprile. I protagonisti in scena saranno Carola Puddu, nel ruolo di Giulietta e Paolo Barbonaglia, noto anche per la sua partecipazione al talent “Amici” nel 2015, nel ruolo di Romeo. Proprio quest’ultimo si è raccontato ai nostri microfoni.

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Sarà a Lamezia Terme, Catanzaro e Palmi, rispettivamente il 14, 15 e 16 dicembre per la messa in scena di “Giulietta e Romeo”, spettacolo organizzato da Ama Calabria. Com’è stato lavorare a questo progetto?

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«Si tratta di uno spettacolo che ormai portiamo in scena dall’inizio della scorsa stagione ed ha riscontrato pareri positivi da parte del pubblico. Venire in Calabria per noi è un piacere perché amiamo portarlo in giro. È uno spettacolo molto appassionante, avvincente ed emozionante. Raccontiamo una storia più attuale che mai, perché riprende storie di vita di tutti i giorni, ma in modo talvolta eccessivo e con un finale estremo, ma nel contesto degli amori impossibili, anche oggi ci sono tante storie simili».

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Quando nasce e come si sviluppa la sua passione per la danza?

«La mia passione per la danza nasce abbastanza presto, a sette anni, quasi per gioco. Frequentavo la scuola di danza del mio paese, Robbio, ma come tanti ragazzi volevo provare anche altri sport. Quando ho dovuto scegliere cosa fare nella vita, ho optato per la danza perché sin da piccolo mi divertivo a riprodurre dei balletti, anche dentro casa, dunque era quello il mio destino e i miei genitori lo avevano capito sin da subito».

Cosa le ha lasciato la partecipazione ad un talent importante come “Amici” di Maria De Filippi? Cosa è cambiato dopo quell’esperienza?

«L’esperienza di “Amici” mi ha dato molta più consapevolezza, perché ero molto giovane. È stato molto formativo, più dal punto di vista caratteriale che da quello artistico. Ho capito da subito di dover rafforzare alcune parti del mio carattere, quello di un diciottenne, in situazioni delicate come le audizione, le gare, le dirette. Posso dire di esserne uscito con più consapevolezza delle mie capacità, ma allo stesso tempo ho capito che l’ambiente televisivo non era proprio il mio luogo ed è anche per questo che oggi faccio parte, ormai da sei anni, di una compagnia come il Balletto di Roma».

Quali sono gli aspetti da migliorare in Italia per avvicinare sempre più ragazzi al mondo della danza?

«Penso che i ballerini di oggi in Italia abbiano bisogno di maggiori tutele da parte dello stato. Abbiamo molte compagnie prive di corpo di ballo. L’introduzione di questo potrebbe dare una svolta culturale e di prospettiva nel nostro lavoro. Abbiamo tantissimi ballerini italiani che migrano all’estero per via di queste situazioni, tentando fortuna fuori dal nostro Paese, proprio perché qui non ci sono le condizioni di stabilità economica, ma anche di continuità lavorativa. Servirebbe un cambio di marcia, che purtroppo ancora non c’è, ma si intravedono dei piccoli passi in avanti».

Quali sono i consigli che darebbe ad un giovane che si affaccia al mondo della danza?

«È importante che i ragazzi inizino da subito a coltivare questa passione cercando le scuole giuste con maestri adatti e affermati nel settore. Non bisogna mai tentare la strada più semplice, ma al contrario mettersi in gioco in contesti anche più “scomodi”. È fondamentale, però, capire il fine del proprio lavoro: se si vuole semplicemente coltivare una passione oppure farlo come lavoro».

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