A tu per tu con RaggaMatty, il giovane catanzarese che aprirà il concerto di Alborosie a Roma

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  23 agosto 2025 17:37

di GAETANO MARCO GIAIMO

Mattia, 19 anni, in arte RaggaMatty, è un giovane di Catanzaro che sta facendo sempre di più conoscere il suo nome all'interno della scena reggae italiana. Dopo aver pubblicato il suo primo disco, Research, l'11 luglio, come parte del suo tour aprirà il concerto di Alborosie il 5 settembre a Roma assieme ai The Rootical Fam, il gruppo che lo supporta nel portare in giro la sua musica. Partito con le cover di Rino Gaetano, passato per Italia's got talent, oggi Raggamatty sta portando la sua musica in giro per l'Italia intera e presto suonerà sullo stesso palco di una delle sue principali fonti d'ispirazione, riuscendo a urlare al mondo "Eccomi! Ci sono anche io" con le sue canzoni.

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L'INTERVISTA

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RaggaMatty, stai vivendo un periodo particolarmente prolifico per la tua carriera: hai pubblicato il tuo primo album, Research, completamente scritto da te e prodotto quasi interamente da te, assieme al tuo gruppo, i The Rootical Fam; sei nel pieno di un tour e, il 5 settembre, aprirai il concerto di Alborosie a Roma. Come stai vivendo questo momento?

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«Non riesco ad esprimere completamente le sensazioni che sto vivendo in questo momento preciso perché si tratta di emozioni troppo grandi. Alborosie per me è l'ispirazione più grande subito dopo Bob Marley: anche lui mi ha dato motivo di produrre la mia musica autonomamente, è una delle tante cose che ho preso dal suo percorso. È un po' come quando ti serve quella spinta che ti dà la botta di sicurezza in più per dire: vai, fallo. Alborosie per me è stato e sarà questo, è un grande punto di riferimento.»

E invece, i The Rootical Fam, il gruppo con cui ti accompagni, parlaci un po' di loro. Chi sono i membri, quanti sono e da quando ti accompagnano?

«Io li chiamo i piccoli, grandi maestri, perché sono fantastici sia personalmente che artisticamente e musicalmente parlando. È stato difficile innanzitutto cercare di unire tutti perché è un momento storico un po' particolare per la musica dal vivo. È sempre difficile trovare gente di giovane età che effettivamente abbia questa passione e questo amore per lo strumento e verso il portare la musica in giro, però piano piano ce l'abbiamo fatta. Devo essere sincero, ne è valsa la pena aspettare, perché non potevo assolutamente trovare persone migliori e soprattutto non potevo trovare persone che riuscissero a comprendere la mia missione e la mia visione come loro stanno facendo. Per me sono come fratelli. Siamo in sei: io alla voce, una sezione fiati, con al sax Renato Gariani, i due chitarristi Davide e Vincenzo, al basso Tommaso Di Biasi e alla batteria Domenico Anania, che tra l'altro anche lui è un producer dal nome d'arte Keita.»

La data di Roma in realtà sarà la penultima di questo tour che stai affrontando per promuovere il tuo primo album. Come sono andate le altre tappe? C'è stato anche un release party, sappiamo.

«Sì, c'è stato un release party e sono stato contento di quello che sia andato a creare, perché innanzitutto da che sono partito da solo, durante la quarantena, piano piano ho visto un team crescere attorno a me e sono veramente molto felice di questo. Dalla gente che spinge per le date alla gente che si occupa delle pubblicazioni, della produzione, come ad esempio Semplicemente Dischi, nella persona di Peter Loscavo, che ringrazio tantissimo perché mi ha dato l'opportunità di diffondere anche a livello di streaming la mia musica, aiutandomi ad aprirmi alla gente e uscendo un po' dalla mia cameretta per produrre la mia roba. Il release party, invece, è stato promosso da Cz Alliance Promotion che spinge reggae e dancehall a Catanzaro da più di vent'anni con Katanzaion. Sono stato veramente molto felice di quello che si è creato, perché poi ha partecipato anche Kuanito, che ormai è un super amico, e c'era tantissima gente. La gente era lì per sentire per la prima volta il mio album ed è stata una roba fantastica, perché è un po' come quando un bambino nasce: eccomi, ci sono anche io. Mi hanno raccontato che proprio questa frase era scritta sulla mia copertina, cucita da mia nonna, che indossavo appena nato. È stato questo il riassunto del release party. Per la data a Roma ringrazio i fratelli di Pakkia Crew per avermi dato questa possibilità di aprire il concerto di Alborosie con la mia band, sono felicissimo per questo e non vedo l'ora di dargli il disco in mano e ringraziarlo per l'ispirazione.»

Catanzaro ha una lunga tradizione reggae: come si inserisce la tua musica in questo contesto?

«Si sta inserendo! Partecipo sempre alle serate reggae o dancehall prendendo il microfono in mano e inserendomi sulle varie basi. Sono sempre lì a spingere, a divertirmi, a improvvisare e a fare un po' di sano burdello

Sei giovane, ti stai piano piano facendo spazio nel mondo della musica. Quali sono i tuoi progetti futuri?

«Adesso, sicuramente, dovrò abbandonare Catanzaro per studiare in modo più approfondito la musica e le parti legate a produzione e postproduzione in studio di registrazione. Poi io voglio diventare veramente bravo in quello che già sto facendo per me perché, come ho detto più volte,  il mio obiettivo alla fine è vivere con la musica, vivere per la musica, vivere di musica e vivere con la musica, soprattutto, dentro proprio. Non passa un giorno in cui io non ascolto una canzone: sono sempre lì, a battere tempi e a sentire canzoni nella mia testa, a volte anche mentre sono fuori con i miei amici e loro all'inizio mi guardavano un po' strano, adesso si sono abituati. Perché io vivo proprio di musica.»

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