A Valeria Bruni Tedeschi il Premio Collaterale Pop Art Award 1964

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images A Valeria Bruni Tedeschi il Premio Collaterale Pop Art Award 1964

  06 settembre 2025 08:49

  Il Premio Collaterale alla 82 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, organizzato dalla Cineteca della Calabria 1964,  Pop Art  Award  continua per il secondo anno, dopo la ricorrenza della vittoria alla biennale di Venezia dell’artista Robert Rauschemberg , che portò la Pop art al successo internazionale. Da questo episodio la Pop art americana, questa nuova forma d’arte che aveva scandalizzato l’opinione pubblica viene riconosciuta nel mondo. Il suo stile è più diretto, non si sofferma solo sul riprodurre oggetti ma li inserisce all'interno di un quadro, combinandoli con altri oggetti e con parti dipinte, dando loro un significato soggettivo. Nella ricorrenza dei sessant’anni da quest’evento   il premio 1964  Pop Art  Award è stato assegnato nel 2024 al film IDDu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.

La giuria del Premio Pop art Award 1964 presieduta dal regista Mimmo Calopresti e composta dal direttore artistico e ideatore Piero Mascitti, dal Presidente della Cineteca della Calabria Eugenio Attanasio, dal regista Davide Cosco, dallo storico dell’arte Marco Meneguzzo, dall’artista Chiara Dynys, da Domenico Levato e Mariarosaria Donato ha assegnato il Premio firmato dall’artista Nuccio Loreti all’attrice Valeria Bruni Tedeschi, prodotto da Palomar, Avventurosa, Rai Cinema, PiperFilm, Ad Vitam Films, per la capacità di trasformare un’icona del teatro e del cinema muto italiano in un simbolo vivo della cultura contemporanea. Valeria Bruni Tedeschi interpreta Eleonora Duse negli ultimi anni di vita nel film di Pietro Marcello. C’è un evidente parallelismo tra le due grandi attrici, entrambe famose in Europa e non solo nei paesi d’origine delle vere e proprie star, dei personaggi di estrema popolarita nei rispettivi periodi.

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Nel film Il regista Pietro Marcello spiega di aver voluto mettere in scena soprattutto le ombre di un personaggio sfaccettato: "Sono sempre stato affascinato dai personaggi in rivolta, ma quello che volevo rappresentare di questa donna è il suo spirito. Ho scelto di raccontare gli ultimi anni, quelli della dissoluzione, in un personaggio ottocentesco che si affaccia nel novecento, in un tempo, come quello di oggi, segnato dall'ignavia e in cui tutto è permesso e niente è vero". Eleonora Duse, nel film ormai avanti negli anni, con una carriera leggendaria alle spalle, sceglie di rimettersi in gioco in un’Italia lacerata tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo. Non è solo il palcoscenico a chiamarla: è l’urgenza di dire ancora una volta chi è, in un mondo che cambia, che la minaccia, che la vorrebbe zitta. Il teatro diventa così rifugio, specchio, trincea. E la recitazione, da mestiere, torna ad essere rito e sfida, al tempo, al potere, alla solitudine. Duse risale sul palco con la voce tremante e le ossa stanche, ma con la stessa furia sacra che la rese leggenda. 

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