di SETTIMIO PAONE
Il cielo sopra la laguna oggi è terso, luminoso. Le gondole avanzano lente, i turisti scattano fotografie convinti di immortalare qualcosa di unico. E forse hanno ragione: Jeff Bezos, fondatore di Amazon e simbolo dell’impero digitale globale, ha scelto proprio Venezia per celebrare il suo matrimonio con Lauren Sánchez.
È il matrimonio dell’anno. Tutti ne parlano. La stampa americana, quella francese, persino i tabloid britannici. La città è sotto i riflettori del mondo intero, come capita raramente. Ma dentro le calli, sotto gli archi, lungo i canali, Venezia sembra restare la stessa.
Ce lo racconta Fernando, funzionario del Ministero della Cultura, calabrese di origine ma ormai veneziano d’adozione, da anni in servizio al Palazzo Ducale.
“Oggi, a dirla tutta, in città sembra quasi un giorno normale. Solo che ogni tanto ti imbatti in qualche sosia di Bezos o di Lauren. E allora ti ricordi che Venezia è, suo malgrado, il centro del mondo.”
Quella che si respira è una calma sorvegliata. La presenza delle forze dell’ordine è discreta ma evidente, tra controlli, passaggi blindati e zone transennate. Dall’Arsenale a Palazzo Pisani Moretta, dalla Giudecca a San Marco, ci sono droni in volo e yacht che fanno da hotel galleggianti. Il mega-yacht di Bezos, “Koru”, ormeggiato poco lontano, è un’attrazione turistica a sé.
“I veneziani? Fanno quello che fanno sempre. Guardano, magari scuotono la testa, poi tornano alla loro vita. Hanno visto matrimoni reali, star hollywoodiane, feste private in chiese sconsacrate. Niente li smuove davvero.”
Eppure, il clima non è quello della polemica sterile. Anche se qualche striscione è comparso – firmato Greenpeace o attivisti locali – Venezia si muove tra fasto e misura, tra stupore e abitudine.
“C’è un dettaglio che mi fa riflettere,” continua Fernando. “Quando un uomo come Bezos decide di sposarsi qui, non è solo per il romanticismo. Venezia è bellezza, sì. Ma è anche potere, storia, simbolo. Questo matrimonio è una dichiarazione geopolitica, più che sentimentale.”
In mezzo a questo turbinio mediatico, Fernando lascia cadere una rivelazione personale, quasi a bassa voce:
“Mi sono sposato anch’io, la settimana scorsa. Al Comune di Mestre. Niente fotografi, nessun clamore. Ma per me è stato tutto.”
E forse è proprio questo che fa la differenza. Venezia sa essere sfondo per i sogni dei potenti, ma resta sempre viva nelle storie di chi la abita davvero, giorno dopo giorno.
Così, mentre la stampa internazionale racconta abiti di alta moda e cene galleggianti, la vera Venezia continua a vivere. Tra acqua e pietra, tra silenzio e applausi soffocati. E chi ci lavora dentro, come Fernando, lo sa bene: qui ogni cosa passa. Ma nulla si dimentica.
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