Abramo Costumer Care. L'appello di una dipendente: "Presidente, salvi la sua creatura!"

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Jesa Aroma
  26 luglio 2021 10:50

di Jesa Aroma*

"Era novembre del 2020 quando, a causa delle vicissitudini dell'azienda in cui lavoro da 18 anni, scrissi una lettera aperta al presidente, sig. Gianni Abramo. Quella lettera descrive la storia di 4000 persone, di cui 3000 erano calabresi.

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Erano e sono ancora calabresi, anche se molti stanno già pensando di fare come fecero i nostri nonni, 60 o 70 anni fa... emigrare. Si, perché, dopo poco meno di un anno la situazione anziché essere migliorata è solo peggiorata. Scrivevo allora."E' la storia di 4000 persone, 3000 delle quali vivono in Calabria. Già, la Calabria, questa nostra amata e tanto martoriata terra. La Calabria, terra di 'ndrangheta, di di malasanità e di corruzione. Ebbene, in questa terra ai confini dell' Italia - Si, perché di confini dell' Italia parliamo e non d' Italia (- Anche se da questa terra l'italia prende il nome ) si creò qualche tempo fa, una realtà diversa. Una realtà nella quale ognuno di noi credeva. Il sogno del riscatto dagli stereotipi che ci portiamo dietro da secoli, fin dai tempi dei briganti. Quei briganti creati ad arte dai mille del già famoso Garibaldi. In quella realtà iniziai a muovere i primi passi circa 18 anni fa".

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E già, 18 anni sono tanti. Tanti per chi, come me, nonostante tutto, ci ha sempre creduto in quel riscatto. Scrivevo ancora, in quella lettera a Novembre 2020:

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"Un' azienda, la nostra, all' avanguardia. Il fiore all' occhiello di questa terra abbandonata da Dio e dal mondo. Un'azienda che ci ha consentito di vivere onestamente, di realizzare piccole cose ma importanti per ognuno di noi. L' auto nuova, il mutuo,il matrimonio. Ci ha consentito di mandare i nostri figli all' università per consentire loro di potersi permettere quello che a molti di noi è stato negato, un futuro migliore. Questa azienda, la Nostra azienda, è inutile negarlo, ci ha dato tanto. Ma allo stesso modo da noi ha ricevuto tantissimo. Le abbiamo dato  abnegazione, professionalità, sacrifici e soprattutto tempo. Lo stesso tempo che avremmo potuto trascorrere con i nostri cari. Quanti di noi hanno trascorso la mezzanotte del 31 dicembre a rispondere all' unico cliente troppo solo. Quanti di noi, si sono alzati alle 6:00 del mattino del 1 gennaio per essere in postazione alle 8:00. E quanti Natali, ferragosto e ed estati ad onorare il nostro impiego. Abbiamo dato tutto ciò che potevamo alla Nostra azienda, portandola, nel tempo, a diventare quella che, fino a qualche tempo fà era diventata. La prima azienda in Italia per qualità e professionalità. Si, perché se qualcuno ha ancora dubbi, noi calabresi non siamo tutti ndranghetisti, nè scansafatiche o pecorai. Noi calabresi siamo in grado di diventare il TOP a livello nazionale e lo abbiamo dimostrato nel tempo. Poi, però all'improvviso qualcosa è cambiato".

E allora mi rivolsi direttamente  al lui, a colui che, dal nulla, forse, o sfruttando alcune leggi a favore dell'impiego e della creazione di imprese al sud, riuscì a mettere in piedi un impero. Un impero che, però, è cresciuto e si è solidificato grazie ai suoi soldati. Grazie all'impegno e all'amore di tutti coloro che in quell'impresa ci hanno creduto. 4000 guerrieri pronti a combattere con le unghie con i denti pur di difendere quella fortezza invalicabile.


Gli scrivevo così: "Illustre sig. presidente, chi le scrive è una sua dipendente. Tengo a sottolineare una cosa fondamentale, questa dipendente ha un nome e un cognome e non è un numero o una matricola. Sottolineo questo per farle comprendere che dietro ai suoi numeri ci sono persone. Persone che vivono con uno stipendio di 1000/1100 euro. Lo so, lo so, con queste cifre lei ci fa colazione. Vede  quanta differenza tra noi e lei? Eppure con quei 1000 euro, io e i miei colleghi abbiamo costruito il nostro presente e il nostro futuro, Abbiamo messo su famiglia, abbiamo cresciuto figli e, magari non ci crederà, siamo anche riusciti ad andare al ristorante qualche volta  e a farci anche qualche viaggio. Perché poi, alla fine, non è la quantità delle cose che fai, ma la qualità. Di certo non ci siamo potuti permettere gli hotel a 5 stelle, magari siamo andati in B&B a buon mercato, ma comunque abbiamo visitato città e le abbiamo guardate con gli stessi occhi con cui le ha guardate lei. Certo non viviamo nel lusso, ma a noi sta bene anche questo. Viviamo del nostro lavoro onesto e non ci serve altro, illustre sig. presidente. Ora si chiederà perchè le scrivo. Glielo dico subito. Sa, io non riesco a credere che stia davvero succedendo tutto questo. Non riesco a immaginare una persona come lei, con il suo intelletto , la sua forza, la sua intraprendenza nonostante l'avanzare degli anni, possa accettare che la sua creazione, il suo fiore all' occhiello, l' orgoglio della Calabria imprenditoriale, il sogno di rivalsa del nostro territorio, finisca cos'. Io non posso credere che la sfilza di tecnici e ingegneri laureati con 110 e lode di cui andava così fiero, da lei incaricati per assumere il comando dell'azienda , e che si sono succeduti  nel corso degli anni, non siano in grado di salvarla questa creatura. Non ci credo, perchè una persona come lei ha sempre saputo da chi farsi affiancare e le sue scelte sono sempre state ponderate. E allora cosa devo, cosa dovremmo pensare, io e i miei colleghi, che sia tutta una manovra architettata ad arte. Ma neanche a questo voglio credere. Lei che ha avuto sempre a cuore il bene dei suoi dipendenti non si sarebbe mai lasciato impantanare da interessi così sordidi.

E allora sig. presidente, davvero vogliamo che tutto finisca così. Sono certa che se solo le rimane un minimo di buon senso, il modo per salvarla la sua creazione, lo trova. Questo scrivevo esattamente 8 mesi fa. E invece eccomi qui, eccoci qui, con la mia e la nostra paura diventata certezza.Signor Presidente, mi rivolgo di nuovo a lei e, purtroppo, questa volta non per chiederle di avere buonsenso. Come abbiamo potuto verificare il suo buon senso si è perso per strada. Quella stessa strada dove andranno a finire 4000 famiglie senza che nessuno, in mesi e mesi di trattative, vere o false che siano state, si sia assunto l' incarico di risolvere la loro tragedia.
Qualche mese fa una società estera, la Heritage Venture, era intenzionata ad acquistare la NOSTRA azienda. Si, NOSTRA perchè siamo noi, le matricole, i numeri, gli operai, ad averla fatta diventare quello che è diventata, il Top, il fiore all' occhiello della Calabria, i gioiellino di cui si è vantato finchè ha potuto e ha voluto. Sembrava che da lì a qualche giorno tutto si sarebbe sistemato.Tutti noi abbiamo risposto ai comunicati aziendali, con i quali  ci chiedevano di continuare a lavorare, con il nostro impegno, il nostro lavoro, la nostra abnegazione. Ce la faremo, dicevamo tutti... ma il nostro non era un virus, non era il Covid. Quello che covava nella nostra azienda era un male ancora più oscuro. Era la volontà di chi comanda di fare i propri interessi a discapito di tutti gli altri. Tanto a chi importa se 4000 famiglie finiscono sul lastrico. Tanto a chi importa se 4000 famiglie dovranno fare i salti mortali per dar da mangiare ai propri figli. Tanto a chi importa se tra queste 4000 persone c'è chi ha fatto un mutuo quando poteva permettersi di pagarlo e ora rischia di perdere la casa e tutti i soldi che ha dato . Tanto a chi importa se i figli di qualcuno dovranno abbandonare gli studi perché i genitori, dipendenti della Abramo Customer Care SPA , non potranno permettersi di mantenerli all' università. Tanto a chi importa se tra queste 4000 persone ci sarà qualcuno che non potrà andare a farsi dei controlli sanitari perché anche la sanità, oramai, non distingue tra ricchi e poveri. Perché è proprio quello che siamo diventati, egregio sig. Presidente Gianni Abramo, 4000 famiglie di poveri. Ma tanto , di questo, a lei cosa importa.

Ma torniamo a noi, dicevo la Heritage Venture si propose di acquistare l' intera azienda, poi, all' improvviso spunta all'orizzonte un'altra società, la Sistem House, anch'essa interessata alla  Abramo Customer Care SPA. A quel punto la Heritage si ritira e si dice disposta a gareggiare in una possibile asta. Ebbene l' asta c' è stata , il 23 luglio, ma quell' asta non c'era nessuno, nè la Heritage Venture, nè la Sistem house. Che fine hanno fatto? Cos' è successo? Possibile che nessuno sia più interessato?
Vede sig. Presidente. Ma devo ancora continuare a chiamarla presidente?
 In ogni caso ho una domanda da porle. Ma com'è possibile che una persona del suo calibro, una persona che ha sempre saputo come muoversi nell' astruso mondo della finanza e del commercio, un abile oratore e mercante come lei, non sia riuscito a salvare la sua creatura, anzi, ha contribuito e sta continuando a mandarla a fondo. Ci ha mai pensato ai sui dipendenti? Ai loro sorrisi assenti, alle loro giornate piene di  false speranze, al loro continuo arrancare?
Come è possibile che il destino di ben 3000 calabresi sia rimasto all' ombra. Il loro grido inascoltato da tutto e da tutti. Come è possibile che un "Governatore" F.F. abbia fatto, in tutto questo tempo, orecchie da mercante.

Ebbene, io sono una di quei 4000 dipendenti, e soprattutto io sono una dei 3000 calabresi che da tanto, troppo tempo, chiede d'essere ascoltata.
Possibile che tra tutti, ma proprio tutti coloro che si riempiono la bocca di belle parole e fantasiose risoluzioni, nessuno sia in grado di prendere in mano le redini della situazione e trovare finalmente una soluzione che riporti la serenità nelle case di 4000 famiglie?
Con fiducia oramai agli sgoccioli 1 su 4000".

                                                                                                                                                                                                                                                   *dipendente della Abramo Costumer Care

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