Abramo Customer Care. Il Circolo PD “Lauria” di Catanzaro e i GDem: "Garantire un futuro a migliaia di famiglie"

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Nello specifico chiedono di "garantire la salvaguardia del posto di lavoro dei dipendenti, di tutelare i loro diritti e i beni di questi congelati in attesa di constatare l’ammissibilità del concordato preventivo e di aprire e guidare un dialogo tra proprietà, lavoratori e sindacati"

  18 novembre 2020 13:53

Il Circolo PD “Enzo Lauria” di Catanzaro e I Giovani Democratici di Catanzaro scrivono una lettera al Segretario del Partito Democratico, al Ministro dello Sviluppo Economico, alle sigle sindacali CIGL CISL UIL Al Prefetto UTG di Catanzaro, al Sindaco di Catanzaro, e al Presidente f.f. della Regione Calabria all’Assessore al Lavoro, Sviluppo economico della Regione Calabria, per sollevare l'attenzione sulla vertenza Abramo Customer Care.

Questo il testo integrale della lettera:

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"Caro Segretario, Caro Ministro, Cari Sindacati, Caro Prefetto, Caro Sindaco, Caro Presidente e Caro Assessore, il Circolo Pd “E. Lauria” di Catanzaro, coadiuvato dal Circolo dei Giovani Democratici di Catanzaro, vuole con la presente sollevare l’attenzione sulla vertenza “Abramo C.C.”.

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È stato un anno di imprevisti e di incertezze, che si aggiungono alla già difficile situazione legata alla pandemia di Covid-19 per più di 4000 dipendenti dell’Abramo Customer Care, un’azienda legata profondamente al presente e al futuro di molti calabresi, i quali rappresentano una grande parte degli stakeholders. A inizio anno la situazione si fa critica: la proprietà comunica che banche e investitori si sono tirati indietro ed inizia un lungo periodo di crisi, ritardi nei pagamenti, trattenute e cassa integrazione. I dipendenti, che si trovano sparsi in diverse regioni di Italia, iniziano un periodo che alterna giorni di lavoro a giorni di cassa integrazione, che ha ricadute diverse sui rami dell’azienda, la quale, lavorando per commesse, si trova in situazione di forti differenze tra una commessa e l’altra.

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A tutte queste problematiche c’è da aggiungere ovviamente che nel periodo di marzo l’azienda ha dovuto anche fronteggiare le problematiche dovute per le misure di contrasto e contenimento dell'emergenza Covid-19. Ad oggi i dipendenti, dopo il concordato preventivo presentato dall’azienda, si trovano in una situazione di particolare instabilità: cassa integrazione per quanto riguarda una parte dei guadagni del mese e mese di settembre pagato al 70%; congelato il TFR, le ferie, il 30% del mese di settembre e il mese di ottobre. La proprietà ora comunica che, aspettando il risultato dell’esame del concordato preventivo, l’azienda può essere considerata in vendita, ma nessuno sa ancora se ciò riguarderà la totalità o i rami di questa, ragionando per commesse. Come possiamo apprendere dai sindacati, inoltre, per i lavoratori è anche impossibile scioperare visto la struttura organizzativa dell’azienda: non lavorando questa potrebbe perdere le commesse che sono legate a soggetti esterni.

Come Circolo Territoriale del Partito Democratico non possiamo limitarci solamente a esprimere la nostra vicinanza alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro rispettive famiglie pertanto ci appelliamo a Voi poiché crediamo fortemente che il Vostro coinvolgimento e la Vostra attenzione possano dare luogo ad una positiva evoluzione della situazione. Non si può trascurare l’importanza e la necessità di garantire un futuro a migliaia di famiglie che non possono essere lasciate da sole e senza risposte, in balia della comune crisi economica e dell’affanno del sistema sanitario. Le conseguenze di uno scenario che tutt’ora rimane incognito possono essere disastrose se non ci si preoccupa di proteggere i lavoratori e di dar loro immediate certezze. Per questo noi chiediamo di: garantire la salvaguardia del posto di lavoro dei più di 4000 dipendenti, anche attraverso il coinvolgimento di Invitalia, dopo che la stessa proprietà ha dichiarato di considerare l’azienda sul mercato; tutelare i diritti dei lavoratori e i beni di questi congelati in attesa di constatare l’ammissibilità del concordato preventivo; aprire e guidare un vero e sano dialogo, con la proprietà, i lavoratori e i sindacati".

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