“Il disinteresse della Regione nei confronti di tremila famiglie calabresi è sconcertante. La sua assenza - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro -alla riunione al Ministero dello Sviluppo economico per discutere della vicenda Abramo Customer Care e cercare una soluzione all’indomani dell’asta del 22 luglio (andata deserta), predisposta dal Tribunale Fallimentare di Roma per individuare l’acquirente della società di telecomunicazioni, suscita molti interrogativi. Il primo dei quali è: che utilità ha per i calabresi una Regione che non ha strategie per promuovere occupazione e contemporaneamente non partecipa alle battaglie in difesa del lavoro? "
"Sinceramente - aggiunge Pitaro - si stenta a comprendere i motivi di una così disastrosa negligenza, ma anche il significato che l’attuale Giunta attribuisce al mandato politico affidatogli dal popolo, se l’atteggiamento ricorrente è l’abbandono dei propri cittadini in vertenze così importanti". Il consigliere regionale otto mesi fa ha inoltrato un’istanza al presidente Spirlì con cui chiedeva "la convocazione di un tavolo immediato a cui invitare, alla presenza dell’Assessore al Lavoro, i vertici dell’azienda e le organizzazioni sindacali con l’obiettivo di ragionare sulle possibili strade da percorrere per salvaguardare il livello occupazionale della Abramo Customer Care".
"Per tutta risposta - sottolinea Pitaro - c'è stato solo silenzio e indifferenza. Nessun segnale di impegno e preoccupazione da parte della Regione che, in quanto soggetto politico-istituzionale di caratura costituzionale, dovrebbe attivarsi nella ricerca e proposta di soluzioni a favore di tremila lavoratori che vivono da mesi una condizione di angosciosa incertezza. E invece, la Regione insiste imperterrita nell’ignorare le enormi ricadute sociali sull’intero territorio che comporterebbe la crisi di una realtà imprenditoriale che incide significativamente sull’economia calabrese. Intanto - conclude Pitaro - in assenza di potenziali acquirenti, lo scenario che si profila è sempre più drammatico. La Regione, anziché dileguarsi e sottrarsi alle proprie responsabilità, dovrebbe attivare ogni energia a sua disposizione, non escludendo le necessarie pressioni sulle istituzioni pubbliche e private nazionali, affinché neanche un posto di lavoro venga perso in una delle regioni più svantaggiate d'Europa".
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