Abramo Customer care. Miccoli e Guccione: "Serve maggiore chiarezza"

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Insegna di Abramo customer care

I responsabili nazionali, rispettivamente, dei settori Lavoro e Crisi industriali del Pd chiederanno un incontro ai sindacati e ai rappresentanti dell'azienda

  05 novembre 2020 17:21

"Accogliamo l'appello lanciato dai lavoratori della società Abramo Customer Care S.p.A., da mesi alle prese con mancati rinnovi di contratti, riduzione del personale e ritardi sul pagamento degli stipendi. La recente notizia della presentazione dell'istanza di concordato preventivo da parte dell'Abramo C.C., azienda leader nel settore delle telecomunicazioni e call center con sedi anche all'estero, ha creato ulteriore allarme tra gli oltre tremila dipendenti calabresi. In un momento drammatico per la tenuta economica del nostro Paese non possiamo consentirci il lusso di far aggravare questa situazione".

Lo affermano, in una nota, Marco Miccoli e Carlo Guccione, responsabili nazionali, rispettivamente, dei settori Lavoro e Crisi industriali del Pd. "Nei prossimi giorni - aggiungono - chiederemo un incontro ai sindacati e ai rappresentanti dell'azienda, per fare chiarezza sulla vicenda e mettere in atto tutte le misure necessarie a garantire il futuro occupazionale dei dipendenti. Ringraziamo la Federazione provinciale del Pd di Crotone e il suo commissario Franco Iacucci per aver sollevato la questione ricordando, tra l'altro, che lo scorso mese di settembre era stato presentato un piano industriale di rilancio. Nella sede di Crotone lavorano 1.200 dipendenti. Il commissario Iacucci, esprimendo la propria vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie, continuerà a seguire la vicenda e tutti insieme faremo in modo che il Pd nazionale e il Governo si occupino della vertenza Abramo".

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"Non abbasseremo la guardia - dicono ancora Miccoli e Guccione - e lavoreremo per attuare tutte le misure necessarie a far rientrare questa emergenza occupazionale. Non possiamo permetterci che una realtà di Contact center tra le più importanti nel panorama nazionale possa fallire lasciando per strada oltre tremila lavoratori. In queste settimane stiamo toccando con mano le prime ripercussioni della pandemia sull'attività economica del Paese. Bisogna lavorare da subito per pianificare e utilizzare le risorse disponibili per risollevare le aziende in crisi finanziaria, senza dimenticare che è difficile che il Paese possa riprendere a crescere senza un reale sviluppo del Mezzogiorno".

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