28 agosto 1528, Catanzaro sconfigge l'assedio francese e riceve gli onori di Carlo V.
Agli inizi del 1500, l'avvento della dominazione spagnola sul Regno di Napoli vide Catanzaro schierarsi fortemente a servizio del monarca spagnolo Carlo V. Carlo oltre ad essere il monarca di Spagna al tempo era anche Imperatore del Sacro Romano Impero e governava su un territorio tanto grande ed esteso, da essere descritto come l'Impero dove non tramontava mai il sole.
Nello stesso periodo il Re di Francia, Francesco I, non accettando l'incontrastata supremazia spagnola, organizzó la conquista del Sud Italia, coinvolgendo in quest'operazione anche la città di Catanzaro. I francesi nel tentativo di conquista inviarono nella città calabrese un forte esercito che contava circa 35 000 uomini, guidato dal generale Odet de Foix De Lautrec. Dall'altra parte, le schiere a difesa della città erano di tre volte inferiori rispetto ai numeri su cui potevano contare i francesi, con soli 11 000 uomini (di cui 6000 catanzaresi) guidati dal Viceré della Provincia di Calabria, Don Pedro D'Alarcon de Mendoza, pronti a difendere la città fino alla morte. L'attacco francese prese il via nell'estate 1528, Catanzaro venne assediata per settimane. Gli invasori provarono in tutti i modi a far desistere i catanzaresi, non solo militarmente, con azioni come l'incendio di campi e frutteti, finalizzati a ridurre la popolazione alla povertà e alla disperazione. I cittadini catanzaresi non si piegarono alle mosse francesi e risposero fondendo i loro metalli e coniando da questi una moneta cittadina provvisoria. Nel frattempo la difesa della città venne organizzata in 10 presidi, che ricevettero l'ordine di uscire dalle mura e affrontare i francesi in campo aperto. Così fu e dopo un'epica battaglia i catanzaresi la spuntarono, infliggendo una sonora sconfitta ai danni dei francesi che si ritirarono. Il 28 agosto 1528, i francesi rimossero l'assedio.
La città che aveva dimostrato coraggio e fedeltà alla corona venne ricompensata dall'Imperatore Carlo V con un gesto di grande valore, la possibilità di poter utilizzare come suo simbolo l'Aquila Imperiale, recante sul petto uno scudo che raffigura i tre colli della città sormontati da una corona. L'aquila inoltre regge col becco un nastro azzurro riportante il motto: Sangvinis Effvsione, in onore della sanguinosa battaglia. Nello stesso periodo a Catanzaro fu concessa l'esenzione dai tributi e la facoltà di battere moneta recanti su una faccia la scritta "Obsisso Cathanzario" e sull'altra "Carol. V S IMP".
Ancora oggi la tenace resistenza all'invasione francese riecheggia nell'identità catanzarese, nel suo simbolo e nella frase con la quale l'Imperatore Carlo V descrisse e ribattezzò la città: Magnifica et Fedelissima.
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