Dopo sette mesi arriva il via libera formale per l'esercizio delle attività della struttura del Pugliese, unica in Calabria
30 maggio 2019 19:09C’è voluto quasi il tempo di una gravidanza, ma alla fine l’accreditamento è arrivato. L’ultimo decisivo via libera burocratico per formalizzare le attività del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita al Pugliese-Ciaccio è arrivato nelle scorse ore. L’Asp di Catanzaro ha preso atto, con una delibera, dell’accreditamento definitivo recependo così la tanto attesa relazione finale dell’Asp di Crotone. La struttura era stata inaugurata con tante belle speranze alla fine di ottobre dell’anno scorso. Le coppie interessate a fruire del servizio, primo nel suo genere in Calabria, hanno cominciato a prendere informazioni, fino a sottoporsi alle visite preliminari ai trattamenti. Ma non si poteva andare oltre senza il “visto” dell’Asp territoriale competente, ossia quella di Crotone. Così si è creata un’indesiderata lista di attesa per il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) che finiva per sfiduciare decine e decine di potenziali pazienti, oltre che la stesa équipe medico-sanitaria messa in piedi per far decollare il progetto. Il fastidio per il ritardo si è presto tramutato in note formali di sollecito fino all’intervento del presidente della Giunta regionale Mario Oliverio che un mese fa aveva esortato, con un richiamo ufficiale, i diversi funzionari responsabili a completare la procedura di accreditamento. A questo punto l’attività dovrebbe prendere il via. Il centro Pma è stato ideato per dare risposte a tutti i livelli. Dalla semplice inseminazione intrauterina (primo livello) alla criopreservazione finalizzata alla preservazione della fertilità delle pazienti oncologiche o con patologie benigne che mettono a rischio la capacità riproduttiva. L’organizzazione è, come riconosciuti da professori universitari e vari esperti, potenzialmente in grado di offrire tutta la gamma delle tecnologie di riproduzione. Le prime coppie faranno da test alla tenuta della struttura che, per la peculiarità del servizio offerto, si prefigge di ridurre la mobilità sanitaria fuori regione.
(ga.ru)
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