Achille Curcio non è un maestro: è il maestro. E oggi Catanzaro gli ha reso omaggio con una sala conferenze stracolma, nonostante il caldo, e una connessione profonda con le sue parole, i suoi versi, la sua letteratura. La sua incessante poesia.
Oggi è stato presentato al Complesso Monumentale del San Giovanni la nuova edizione del libro “L’eremita di Sant’Anna” (edizione Rubbettino) del grande poeta catanzarese Curcio. Uno degli intellettuali catanzaresi più celebrati e conosciuti in Italia.
L’incontro, moderato e introdotto dal consigliere comunale Nunzio Belcaro, ha goduto della presenza dell’autore, 93enne, seduto in prima fila. Prima della fine, Achille Curcio ha preso il microfono e ha raccontato il suo legame per Catanzaro, con ricordi e storie di un tempo lontano ma vivo nella sua memoria: “Una città che ho amato”. Nessuna auto celebrazione, nessuna ostentazione di sé: segno evidente che i grandi non ne hanno bisogno. “La poesia- dice- viene prima del Vangelo”.
Secondo il sindaco Nicola Fiorita, il maestro Curcio è ”uno dei più grandi poeti italiani viventi. Abbiamo un dovere: apprezzare e riconoscere i talenti e le cose più grandi di noi che accadono in città”. A fargli eco l’assessora alla Cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverdi, per cui “noi siamo onorati che Achille Curcio ci regalo e condivida la sua intelligenza e le sue opere. È un libro che andrebbe letto in tutte le scuole, dove traspare tutto l’essere della nostra società”.
Milly Curcio, critica letteraria e figlia dell’autore, ha spiegato la storia del libro (uscito per la prima volta nel 1984) e la sua trama, andando a sottolineare le sfumature più intime dei racconti contenuti nel testo del padre. Una tenera fotografia di come un prodotto editoriale nasce, si sviluppa, si arricchisce di mistero e dolcezza, candore e precisione. E che negli anni ha subito un’integrazione: si è passati dalla prima edizione con 19 racconti a 20.
“L’opera di Achille Curcio rientra a pieno titolo nei classici, qualcosa di cui ne sappiamo anche senza imbatterci profondamente. È una pietra miliare ad ogni latitudine per la letteratura italiana”, ha commentato Luigi Franco, direttore editoriale di Rubbettino.
Il docente Luigi Tassoni, che del libro ne ha curato la prefazione, ha riconosciuto la grandezza e la capacità di raccontare la sua terra come i grandi scrittori europei. E che anche all’estero gli hanno riconosciuto la sua capacità di narrare, come accade nelle favole, in modo tagliente e sottile. Con una battuta finale: “Il vero gladiatore calabrese? Achille Curcio”.
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