Acque agitate in 'Noi con l'Italia', Samorì punta l'indice contro Lupi e gli contende la leadership

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Il componente dell'ufficio di presidenza attacca la gestione di Maurizio Lupi nel corso di una riunione interna. Dal flop elettorale all'appiattimento sulla Meloni fino al richiamo al rispetto delle regole statutarie

  28 ottobre 2022 21:28

Acque agitate in 'Noi con l’Italia'. Il partito in agglomerato con altre tre sigle centriste (Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) nell’ultima campagna elettorale e all’interno della coalizione del centrodestra è rimasto a bocca asciutta nella spartizione dei posti di governo. E mentre è in corso la partita dei viceministri e dei sottosegretari, deflagra il conflitto interno con Gianpiero Samorì, membro dell’Ufficio di Presidenza, che contesta la leadership del presidente Maurizio Lupi.

Lo scontro è andato in scena nella riunione dei pezzi grossi del partito di ieri mattina in via della Fontanella Borghese a Roma. “Il risultato elettorale va oltre l’immaginazione del ridicolo”, ha esordito Samorì, parlando dello 0,91% racimolato il 25 settembre scorso dalla coalizione ‘Noi moderati’ e smorzando l’entusiasmo del primo intervento di Lupi che rivendicava il risultato, appena raggiunto, di avere costituto il gruppo autonomo anche alla Camera dei deputati.  “La responsabilità va ripartita non in modo uguale ma in modo collettivo prevalentemente nei membri dell’Ufficio di Presidenza, i quali abbiamo tutti consentito, fin dalle origini, che il partito da un soggetto di riferimento collettivo diventasse un soggetto individuale pensando, ognuno di noi, di trarre un vantaggio personale da questa organizzazione”, ha incalzato Samorì aggiungendo: “Un anno e mezzo fa abbiamo tutti quanti accettato un principio sbagliato, che il partito all’esterno fosse rappresentato esclusivamente negli interventi da una persona sola: l’onorevole Maurizio Lupi". "Ci siamo comportati da vigliacchi perché abbiamo consentito che non venissero rispettate le regole statutarie. Non abbiamo richiesto in nessun momento il rispetto dello Statuto perché ognuno di noi: chi per un accordo personale con l’on. Lupi o di altra natura in cui se ne discuterà in altre sedi o chi pensava di avere diritto in quanto sottosegretario o chi pensava di avere diritto in quanto aveva fatto un passo indietro o chi negli ultimi giorni aveva versato 100 mila euro. Ognuno aveva un motivo personale ed egoistico di pensare che le cose sarebbero andate all’italiana, cioè speriamo che io abbia il mio posto e poi vediamo". Questa è stata una delle parti più dure delle critiche di Samorì che poi ha contestato il come sono state condotte le trattative per le candidature e ha ricordato le asperità con Forza Italia. Quest'ultimo fatto ha pesato, e non poco, nelle trattive per la formazione del governo. 

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E poi sulla scelta del cartello con gli altri tre partiti ha detto: "È impossibile pensare di costruire un partito in grado di intercettare il voto di opinione quando i membri che aderiscono a questo movimento non hanno nessuna opinione se non quella di salvaguardare dei posti esclusivamente di natura personale. Ci siamo presentati  all’opinione pubblica come i camerieri della Meloni anche se le nostre idee non hanno niente a che vedere con alcune idee portanti della Meloni". Poi arriva la proposta: "Io pensavo che oggi (ieri, ndr) Lupi si presentasse da dimissionario dicendo ‘non sono stato in grado in questo anno e mezzo di realizzare una presenza che abbia il senso anche solo ideologico e anche solo di testimonianza perché sono arrivato a creare un mostro che non ha nessuna identità. Faccio un passo indietro per fare tre passi avanti'". Samorì a quel punto ha proposto di essere lui stesso indicato come presidente del partito, o in alternativa in tesoriere Renzo Tondo, per arrivare poi al congresso nazionale. In questo quadro di Samorì, Lupi dovrebbe invece assumere le vesti del coordinatore politico "che è quello che tiene contatti con gli eletti".

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Nella replica finale, il presidente Lupi non ha nascosto il 'disastro' elettorale ma non è sembrato propenso a buttare al macero la creatura 'Noi moderati'. "E' nato da noi. Come primo impegno morale e politico dobbiamo capire se questo che è un cartello politico ha le gambe per andare avanti o no". Più morbido il giudizio su Fratelli d’Italia "è il partito di riferimento del centrodestra, certo non ci dobbiamo appiattire". Ma l'attenzione generale è stata distolta dall'eventuale nomina del sottosegretario appunto in quota 'Noi con l'Italia' che a differenza degli altri tre partiti può contare su tre parlamentari (gli altri ne hanno due). Lupi, per la scelta del nome, ha indicato tre criteri: il non essere un eletto, avere una chiara appartenenza al partito e poi un'esperienza curriculare adatta a quanto verrà proposto dal resto della coalizione. E' comunque arrivata un'apertura sull'avvio della procedura che porterà al congresso, appena saranno definite le regole sul tesseramento.

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I contenuti della riunione sono stati rivelati a La Nuova Calabria e ad altre testate nazionali (g.r.). 

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