di MASSIMO BRESCIA
Davide, che alla notizia della sua morte mi ha fatto venire giù le lacrime più di quanto abbia fatto mio fratello, non era squinternato, non era egoista, era incapace solo di far del male ad una mosca. Tutt'altro che stupido, era dotato di fine intelligenza ed ironia che manifestava spesso con le sue battute surreali scatenando risate e consensi.
Davide era stravagante, questo certamente, ma giustificato dal fatto che era un artista, si certamente un artista: non lo è forse chi rende la propria vita unica e rara vivendola coerente al proprio stile? Non lo è chi viene criticato o forse invidiato per la sua libertà, per la sua capacità di vivere fuori dagli schemi? Non sono forse gli artisti quelli che sostengono tesi assurde ed impossibili da contraddire? E infine non sono artisti quelli che ci fanno arrabbiare e dopo pochi giorni ridere? Davide ha fatto della propria vita un'opera d'arte e ne ha fatto anche della sua morte, avvenuta nel suo letto a pochi passi dal suo mare di Pietragrande, quello stesso mare che tante volte ci ha bagnato insieme e nel quale lo immagino voglia riposare eternamente, per sentirlo eternamente vicino.
E come tutti gli artisti alla fine del loro spettacolo o allo scoprimento della loro opera, merita un applauso che spero gli venga tributato all'uscita della chiesa nel giorno del suo funerale.
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