Addio a Flavia Franzoni, Vincenzo Speziali: "La notte che non divide anima e cuore"

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images Addio a Flavia Franzoni, Vincenzo Speziali: "La notte che non divide anima e cuore"

  14 giugno 2023 10:13

di VINCENZO SPEZIALI

 L'immagine è quella di un'assolata spianata, ovvero la Piazza del Martiri a Beirut. Il giorno è il 15 Febbraio del 2005, ovvero quello dei 'Funerali di Stato' di Rafiq Haririi (Primo Ministro Libanese, assassinato in un attentato nel centro di Beirut, con le identiche modalità, che subì Giovanni Falcone, a Capaci, tredici anni prima).
 
Il caldo è soffocante, la ressa devastante, la rabbia dei libanesi è imponente, la furia dei cittadini -ostili 'alla cattività siriana'- debordante. Eppure, nel grande tendone ai piedi della Moschea Grande (voluta, progettata e costruita, proprio da Hariri), nello 'space' delle autorità, si muove con discrezione, dignità, autorevolezza e mitezza, l'allora Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, accompagnato dalla moglie -sua discreta, ascoltata e proba, consigliera (molto più di una semplice moglie e compagna!)- Flavia Franzoni.
 
Si, è di questa donna che parlo e raffiguro un mio ricordo, poiché scrivere della dipartita di Berlusconi sarebbe 'aggiuntivo', ma di tale 'First Lady', è un atto dovuto, un pensiero sincero, un ossequioso omaggio, verso colei che ha sempre rappresentato la forza discreta di un marito impegnato. È vero, Prodi mai ha sottaciuto ciò, lo ribadiva a piè sospinto, in qualsiasi occasione, nelle mille interviste, in tutte le uscite e lo faceva con amorevole, composta, sincera e genuina, compostezza affettiva, oltre che di riconoscenza avvertita .
 
Potenza di un -vero!- amore, di un rapporto consolidato, di un sentimento autentico, di un qualcosa che va` ben al di là del bene, dell'esistenza, della carriera, dei 'riflettori' e dei successi. E penso al Prof., cioè a Prodi, alla sua triste e desolante solitudine, in un momento in cui voltandosi intorno a lui, non scorge più lo sguardo della 'sua Flavia'. Dio Onnipotente, padrone del Cielo e della Terra, della vita e della morte, non fare capitare a me quanto sta partendo il Prof. : sarò egoista (e lo confermo pure!), ma voglio io essere il primo a morire, perché una sola ora senza mia moglie, non vivo e non vivrei! Non ci riuscirei, né lo vorrei!
 
Quando Prodi, vinse le prime elezioni del 1996, nottetempo, nella casa romana di Marisa Garito Pancheri (dove si era rifugiato con la moglie Flavia), ricevette il Berlusconi sconfitto e proprio l'allora Cavaliere, vedendo la conserte del 'buon Romano', l'appello`con la frase: "...lei è la signora dei tortellini buonissimi".
 
Fu un gesto di ossequioso riconoscimento, circa il ruolo ancestrale, dignitoso, reale ed essenziale, del quale la signora era protagonista assoluta, indomita sovrana, felice comprimaria, amorerevole componente. Potenza di una moglie, anzi potere delle mogli, di quelle vere, di quelle che sono -ma solo in apparenza!- l' 'altra metà della mela', in luogo ad essere quel che sono, ovvero, esse stesse la mela intera.
 
Gentilissimo On.Pres.Prof. Romano Prodi, a nome mio, con commozione sentita e a nome di mia moglie Joumana, dei mie figli e dei miei cari (in Italia come in Libano), Le giungano le condoglianze, poiché la Signora Flavia, rimane con Lei sempre.Solamente, e come se fosse, nella stanza affianco. 

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