di MARIO TASSONE
Lillo Manti se ne è andato. Tanti amici con i quali avevamo condiviso tante esperienze ci stanno lasciando. Una tristezza infinita,un dolore profondo che ti prosta e appanna la mente.
E' comprensibile. Con Lillo avevamo condiviso un lunghissimo tragitto di impegno politico nel Movimento Giovanile della D C.
Facevamo parte di quella generazione che nella D.C .si imponeva con le proprie idee. Un rifiuto al conformismo in una dialettica vivace e propositiva.
Lillo Manti era convinto che i giovani organizzati all'interno dello scudo crociato dovessero essere una finestra aperta,cogliere i segnali del cambiamento e le diffuse sollecitazioni provenienti da una realtà in trasformazione non sempre corrisposte con atti politici consequenziali.
Era quello di Lillo Manti un agire contestando distrazioni e inerzie dei dirigenti di Partito. Una spina nel fianco ma era lievito della politica, vivacità del confronto, l'affermarsi della partecipazione e la valorizzazione dei mille apporti: la vena aurifera della democrazia e della libertà.
Era il partito della gente e non dei capi,era lo strumento formativo perché le ambizioni si coniugassero con la capacità. Gli aspiranti ad assumere responsabilità nelle amministrazioni non erano avventizi e invenzioni dalle ripicche del signore di turno.
La friabilitia'della politica e la trasformazione dei partiti in movimenti avverrà dopo il colpo di stato di alcuni procuratori con la complicità di una parte della sinistra d.c..
Lillo Manti diede una grande lezione di coraggio quando nel 1972 si mobilito' per la mia candidatura al Parlamento. Era un momento in cui I fuochi della rivolta di Reggio per il capoluogo di regione non si erano spenti e sostenere a Reggio un candidato di Catanzaro era ritenuto un affronto grave.
Lillo con un gruppo di amici con coraggio fece la battaglia elettorale con grande dignità. Non cedette alle minacce Una testimonianza della visione alta della politica. Una pagina di storia che dovrà essere ricordata. Chi ha vissuto allora quel clima deve riconoscere che Lillo Manti ha dato un segnale per la ricomposizione di una regione lacerata.
Una impresa che nel suo genere è stata eroica vista le tante debolezze e le numerose fughe dalle responsabilità. Un periodo vissuto con il boato del tritolo e Lillo chiamo' come soprannome sua figlia nata in quel periodo ,"tritolina".
Con Lillo avevamo tentato di rinnovare i fili della diaspora d.c . Una impresa difficile ma non impossibile. Avremo fra un tempo non lontano un partito che si rifà al popolarismo sturziano e alla D C.di De Gasperi. L'evolversi della situazione indica questo percorso. Gli sforzi di Lillo e di tanti troveranno sbocchi soddisfacenti.
Il ricordo di Lillo mi accompagnerà sempre e non potrebbe essere diversamente ....anche perché volli che fosse il padrino di battesimo di mio figlio!
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