Addio a Mulè. Furriolo: “E’ stato depositario raffinato e colto della civiltà letteraria di Catanzaro e della Calabria”

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images Addio a Mulè. Furriolo: “E’ stato depositario raffinato e colto della civiltà letteraria di Catanzaro e della Calabria”
Marcello Furriolo
  16 gennaio 2021 22:32

di MARCELLO FURRIOLO*

Catanzaro e la Calabria perdono una delle figure più luminose e limpide della storia culturale, civile e politica del secondo novecento. Cesare Mulè ha rappresentato al massimo livello le istanze di rinnovamento della società calabrese, e la migliore tradizione intellettuale di questo territorio.

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Non è facile in questo momento di forte coinvolgimento emotivo e personale tracciare un profilo di una figura come Cesare Mulè, che non può essere incastonata nel solo ambito politico o quale giornalista, scrittore e storico del patrimonio artistico e religioso di Catanzaro e della Calabria.

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Cesare è stato, innanzitutto, uno dei padri fondatori della Democrazia Cristiana, alla quale ha donato gli anni migliori della sua fervida giovinezza, diventando uno dei custodi gelosi del patrimonio ideale del partito di Sturzo e di De Gasperi e in Calabria di Anile, De Cardona e Caporale. La sua storia della Democrazia Cristiana in Calabria è un punto di riferimento imprescindibile per chiunque, studioso o semplice cittadino, voglia avvicinarsi ai fondamenti del cattolicesimo democratico e alle grandi battaglie per democrazia e giustizia sociale dei tanti dirigenti e del grande popolo democristiano, geloso della tradizione cattolica, ma coraggiosamente aperto al nuovo. Assieme a giovani come Elio Tiriolo, Carmelo Pujia, Ninì Senese e altri seppe dare un ruolo e una funzione di guida e di riferimento al Movimento Giovanile della DC, negli anni in cui era particolarmente vivo  e a volte aspro il confronto con il Partito Comunista, che affrontava sempre con lucidità e senza settarismo, rispettoso di una grande forza, che come la Democrazia Cristiana, aveva forte radicamento popolare.

Cesare Mulè iniziò un prestigioso cammino istituzionale all’Amministrazione provinciale di Catanzaro, accanto ad un indiscusso maestro come Aldo Ferrara, avviando una grande e illuminata azione per la valorizzazione dell’area centrale della Calabria, strategica per uno sviluppo armonico dell’intera Calabria. Alla sua grande intuizione è legata la realizzazione del grande Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme di cui fu il primo sagace Amministratore.

Ma il suo grande amore e l’impegno appassionato per questa terra  ebbe modo di esprimerlo incondizionatamente da Sindaco della città di Catanzaro. Eletto nel 1977, fortemente voluto da Ernesto Pucci, a seguito di una rocambolesca manovra abilmente orchestrata da Alfonso Pucci, con un gruppo di giovani Consiglieri e alla guida di una Giunta DC-PRI. All’epoca Catanzaro dava al partito scudocrociato 19 Consiglieri Comunali su 40.

Ho avuto l’alto onore e il privilegio di essere Assessore di quella Giunta, alle Finanze prima e ai LL.PP dopo e posso testimoniare che sotto Cesare Mulè la città ha vissuto momenti di  grande rilancio del suo ruolo di Capoluogo di Regione. Le riunioni di Giunta erano un momento di grande accrescimento amministrativo, culturale e sopratutto umano. I suoi “pensierini” erano uno straordinario essay di conoscenze storiche, artistiche, poetiche e civili, con al centro sempre il popolo catanzarese, la città di San Vitaliano, il vento, i velluti, le sue più remote tradizioni, la sua bellezza recondita, i suoi vicoli, i tetti, la sua luce speciale, il suo panorama disteso dalle vallate verso il mare. Durante la sua amministrazione si diede il via al più grande programma di opere pubbliche di urbanizzazione mai realizzato, si avviò il primo studio per il Piani di recupero per il centro storico e per i quartieri periferici, si diede un grande impulso al decentramento amministrativo, all’edilizia scolastica e una forte riqualificazione della Biblioteca Comunale intitolata al grande Don Pippo De Nobili. Ma sopratutto di decisiva importanza fu il suo impegno e la sua battaglia per l’istituzione a Catanzaro delle Facoltà Universitarie di Medicina e Giurisprudenza, nel momento in cui più forte era la spinta campanilistica di Cosenza e Reggio. E grazie alla sua visione unitaria dello sviluppo equilibrato del territorio, ai suoi grandi rapporti umani e politici, che quella battaglia per l’ Università ha potuto segnare momenti di decisivo successo.

Le alterne vicende della politica, dopo le elezioni amministrative del 1980, gli impedirono di proseguire un percorso proficuo alla guida della “cara Catanzaro”, ma non di meno non fece mancare il suo impegno e le sue intuizioni nel sociale, alla guida della Pro Loco e del Movimento Cristiano dei Lavoratori, una sua creatura prediletta, in cui profuse tutta la sua azione caritatevole in favore dei più deboli e dei bisognosi.

La sua grande umanità si estrinsecava in lunghe passeggiate e dotte discussioni con i suoi amici di una vita: il comandante dei Vigili Urbani, il colonnello poeta Vincenzo Citriniti, al quale lo accomunava l’erudita conoscenza della storia della città, il grande pittore Tony Pileggi, illustratore dei volti e delle bellezze della Catanzaro di sempre.

Cesare Mulè è stato depositario raffinato e colto della civiltà letteraria di Catanzaro e della Calabria, che ha trasfuso in importanti libri e articoli per le più importanti testate e riviste nazionali.

Le sue doti culturali e politiche sono sicuramente pari alle sue grandi qualità umane, di arguto intrattenitore, forbito adoratore della parola come rappresentazione autentica del pensiero alto. Amico sincero e leale, generoso e disinteressato, è stato un monumento in una città povera di monumenti, una stella luminosa in una città che anela ardentemente di ritrovare la luce.

*Ex sindaco di Catanzaro 

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