di MARIO TASSONE
Erano trascorse poche ore dalla morte di Giorgio Napolitano che i commentatori più accreditati del giornalismo ne hanno ricordato il passato politico con puntigliosità e livore.
La fede giovanile fascista, l’ideologia comunista, il culto di Stalin, la giustificazione dell’invasione dell’Ungheria con il corollario di tanti aneliti di libertà soffocati.
Tutto vero anche, se poi vi e stata da parte di Napolitano una revisione.
Perché si sono scritte pagine così rancorose a poche ore della morte?
Perché si sta facendo un processo postumo?
Napolitano è stato un militante,un dirigente politico che sosteneva idee sbagliate a cui altri giustamente si opponevano.
La D.C e i partiti democratici salvaguardarono le conquistate libertà.
Erano a confronto visioni contrapposte e alternative : c’era la politica,c’erano i partiti.
Oggi non ci sono visioni a confronto perché non ci sono idee.
Il Parlamento non è espressione della scelta dei cittadini ma nominato dalle oligarchie dei Partiti .
Quando il Parlamento non è il centro dove le pulsioni della società si misurano alla ricerca di giuste soluzioni ai problemi, la democrazia è in crisi.
L’ho sempre detto: ho nostalgia di quei tempi, quando ci confrontavamo e ci scontravamo con i comunisti e non solo.
Oggi non c’è materia del contendere.
I laeder di oggi sono capi di movimenti personali,soffrono di un egocentrismo verboso, e non coinvolgono,non sollecitano la partecipazione, ma pretendono non l’adesione a ideali ma la fedeltà.
Napolitano è stato un dirigente politico.
All’avversario che scompare va il rispetto sempre, soprattutto nel deserto di oggi.
Eppure in queso Paese vi sono state tante devianze: democristiani che sono transitati nel PD, un derivato post comunista e acrobati che hanno successo perché lo spettacolo …è gratis.
Ma la cosa più grave è che è in atto un disegno eversivo riguardante la forma di Stato ,di governo e L’Unità del Paese.
Il comunismo di Napolitano è stato sconfitto, mentre oggi c’è l’insano progetto di cancellare la Costituzione del 1948.
Sallusti e altri dovrebbero essere avvisati.
Il Santo Padre è andato,a sorpresa al Senato, alla camera ardente di Giorgio Napolitano. Un gesto che non ha precedenti.
Una bella e grande pagina di storia.
Un messaggio di carità che rimarrà nella memoria dell’umanità .
Napolitano non è morto nella fede e i funerali si svolgeranno nella forma laica.
Il Vicario di Cristo ha pregato in silenzioso profondo raccoglimento.
Che significato può essere dato a tutto questo che è un atto di fede: ci possono essere percorsi di salvezza che sembrano impossibili.
Nulla è impossibile a Dio.
Solo Lui conosce in profondità il cuore e la mente di tutti.
Questo pontefice non finirà mai di sorprenderci.
Tante chiusure, tanti vuoti formalismi stanno cadendo.
L’amore e la fede portano la luce e spazzano via le ombre della ipocrisia.
Papa Francesco ha portato questa luce di carità e di fede nella camera ardente di Napolitano, ma in quella camera c’era il Mondo Intero
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