di ADRIANA LOPEZ*
Ieri si è spento l’architetto Paolo Portoghesi ,in un borgo medievale di una bellezza estrema, Calcata dove da tempo viveva con la moglie Giovanna. Mentre scrivo di questo faccio fatica, cerco di farmi forza, il telefono squilla incessantemente, la Rai e le tv locali ne danno la notizia, tutti lo ricorderanno come il gigante dell’architettura ,per le sue innumerevoli opere in Italia e nel mondo. Scrivo perché voglio raccontare dell’uomo Portoghesi, con una personalità spiccata, con una straordinaria intelligenza fuori dal comune, amante del bello, oggi una perdita immane per la cultura italiana.
Conoscerlo e come immergersi in un mare pieno di tesori. Il mio incontro con lui avviene per la prima volta nel 2018,durante la costruzione della Concattedrale di San Benedetto di Lamezia Terme. Un incontro insolito per una scrittrice e un grandioso architetto. Timorosa frastornata mi presentavo al suo cospetto ,ma di li a breve ebbi la certezza che il mio interlocutore ,a parte il suo sapere, la su straordinaria intelligenza, la grandezza delle sue opere, mi ritrovai davanti ad un uomo con tanto garbo, con una voce pacata, tanta bellezza e tanta umiltà. Tutto questo per capire che certe condizioni appartengono solo hai grandi.
Gli raccontai di scrivere un libro sul teatro Politeama di Catanzaro, ne trovai subito conferma. ‘’L’uomo il teatro’’ prese il volo, nacque un connubio tra letteratura e architettura. Fiera e felice, ringraziai in cuor mio la vita per avermi fatto questo regalo. Non trascurai di ringraziare più volte l’architetto, che pensó bene a precisare che era lui ad averne beneficio, tuttavia nessuno sino ad allora, aveva scritto sul teatro Politeama di Catanzaro, e non solo mi aprì il suo cuore ,raccontandomi della assenza di non aver potuto essere padre, evidenziando che le sue opere erano i suoi figli ,dove negli anni, insieme alla moglie li andava a visitare. Emozionata per tanto garbo nel raccontarsi e stupita per la confidenza che aveva voluto porre in me, ebbe inizio un rapporto amichevole che si prolungó per ben cinque anni. Non smisi mai di scrivergli, inviandole puntualmente la programmazione della stagione teatrale.
Non ho mai trascurato di fargli gli auguri per le feste, per i compleanni per l’onomastico e per i suoi innumerevoli successi.
Portoghesi non trascurava di richiamarmi per ringraziare e ribadire la sua totale disponibilità. Mi mancherai tanto Paolo, mi mancherai e non poco, questo legame che si era posto tra me e lei ,era diventato prezioso, spero in cuor mio di aver contribuito in qualsiasi modo ad aver posto bene la fiducia in una calabrese vera, amante del bello e della sua Calabria, lei con le sue opere nel nostro territorio ,ha portato un vento dì bellezza. Mi mancherà prof Paolo, nel ricordarlo, faccio mia una frase che è posta nel libro a lei tanto caro. ”Bisogna essere leggeri come le rondini non come le piume”. Paul Valery. Ora mi sento come un vascello che fluttua nella notte, vagando alla deriva, perché senza di Lei niente sarà più lo stesso.
* scrittrice
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