di VANNI CLODOMIRO
È scomparso un uomo di alto valore culturale e anche un carissimo amico: il mio caro Franco. Abbiamo per anni lavorato insieme a ricerche di vario genere, trascorrendo tanti e tanti pomeriggi nel mio studio o nel suo, senza mai contare le ore, che passavano veloci, tanta era la nostra voglia di conoscenza e la passione per lo studio. Devo dire che Franco è stato, come ho sempre sostenuto, uno dei pochissimi studiosi veramente seri della città di Catanzaro: bibliografo di consumata esperienza e storico molto attento alla scientificità delle fonti, ha operato quasi sempre in città, ma con una visione culturale di alto respiro internazionale, in quanto si sentiva, oltre che calabrese, cittadino del mondo.
Molti anni fa, dietro suo suggerimento, io fondai l’Istituto di Studi Storici, che ho l’onore di presiedere; di lì a poco, la sua passione per la bibliografia portò lui a fondare la casa editrice Centro Bibliografico Calabrese, con annessa Rivista "Bollettino Bibliografico Calabrese", sulla quale anche io ho avuto il piacere di pubblicare qualche piccolo contributo. La sua passione per la bibliografia lo persuase che, mancando una seria opera di questo genere riguardante la Calabria, avrebbe dovuto e potuto, solo lui, affrontare personalmente la fatica di un lavoro ampio, serio e completo, in una collana di Bibliografia e Archivistica: nacque così la famosa Bibliografia Calabrese (per il tipi dello stesso Centro Bibliografico Calabrese), ricchissima raccolta di autori e titoli, oggi indispensabile per chiunque voglia approcciarsi ad un serio studio sulla Calabria.
Ma la passione di Franco non era limitata alla bibliografia: egli spaziò dalla ricerca storica alla cultura filosofica e letteraria, nella quale ultima diede anche prova della sua genialità e originalità di pensiero, studiando in modo approfondito uomini e luoghi di cultura, tra i quali ricordo qui soltanto Francesco Fiorentino e Antonio Ierocades, perchè sarebbe troppo lungo un elenco dei suoi oltre cinquanta lavori. Tuttavia, non posso fare a meno di ricordare, tra le altre cose, una sua nuova, e direi senza tema di essere smentito rivoluzionaria, interpretazione della Divina Commedia.
La genialità di Franco lo portò a dimostrare, per la prima volta nella storia delle interpretazioni del poema dantesco, che quello è di fatto un’opera multimediale. Infatti, egli riuscì a mettere in tutta evidenza che il poeta fiorentino volle in realtà scrivere un’opera pensata ed espressa attraverso i tre strumenti che oggi per noi sono tipici della multimedialità: le parole, le immagini, i suoni. Niente dunque manca alla Commedia per essere un poema multimediale.
Questa originalissima interpretazione della Commedia mi riporta alla mente un curioso episodio: Augusto Placanica, che fu il maestro (e amico) di Franco, venuto a conoscenza del suo intento di dare quella particolare interpretazione, ebbe a dirgli, col suo solito fare: “È davvero una grande idea. Mi meraviglio che non sia venuta prima a me”. Era un modo come un altro per fare un complimento all’amico, perché quell’idea era veramente grande e quindi avrebbe fatto bene Franco a dedicarvisi. E lui vi si dedicò, producendo alla fine un corposo volume (la cui eco giunse poi un po’ in tutto il mondo), col titolo Dante Alighieri scrive il cinema – lettura cinematica della Divina Commedia.
L’enorme mole dei suoi lavori è il segno inconfondibile della sua geniale versatilità culturale. E infatti, molti sono gli studi da lui condotti a termine; davvero molti. Basterebbe andare sul sito del Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale, per vedere quanto la sua costante passione per lo studio e la ricerca abbiano concretamente prodotto.
Insomma, in quanto a passione, in quanto a merito, in quanto ad importanti risultati ottenuti, il contributo di Franco Tigani Sava alla cultura, calabrese e non solo, rimane un prezioso retaggio, di cui nessun serio intellettuale potrà fare a meno.
Per concludere, devo aggiungere che quello che ha particolarmente saldato la nostra amicizia è stata la sua grande affettuosità e la sua disponibilità dal punto di vista umano nei confronti del prossimo, a costo magari anche di rinunce personali.
Francesco Tigani Sava è ormai parte essenziale della storia culturale della Calabria e dell’Italia.
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