Addio alla Santelli. Il film interrotto di Jole

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La presidente Jole Santelli
  15 ottobre 2020 19:55

di GABRIELE RUBINO

Non era la prima scelta, eppure da donna di partito ha accettato la sfida. La candidatura a presidente della Regione di Jole Santelli è stata partorita non senza fremiti nella sua 'Forza Italia'. Sapevano tutti che chi sarebbe stato indicato alla guida della coalizione del centrodestra avrebbe poi conquistato la Cittadella regionale. Era dicembre dell'anno scorso e le trattative erano frenetiche. La prima opzione presentata nelle settimane precedenti era il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, di cui Santelli era la vice e sostenitrice. Occhiuto fu 'bloccato' dalla Lega e fra gli alleati si creò una situazione di stallo. La scelta toccava comunque a Forza Italia, e l'impasse non poteva che essere scongelato se non mettendo sul piatto la coordinatrice regionale azzurra. Una scelta 'politica' svelata quasi in diretta da una foto su Instagram, direttamente da Arcore, dell'amica Francesca Pascale, allora compagna di Silvio Berlusconi e poi formalizzata, con gli strumenti classici, lo scorso 19 dicembre. Lo strappo degli Occhiuto all'inizio fu fragoroso e ricucito a fatica più tardi. 

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La campagna elettorale natalizia fu strana. Santelli ebbe il tempo di ammettere pubblicamente la malattia in un'intervista ad una testata nazionale: "Non ho mai nascosto la mia malattia, non voglio neanche però che essa mi perseguiti". La vittoria sull'avversario Pippo Callipo fu netta e senz'appello. Il trionfo fu lanciato con il motto di una Calabria "Rock and roll" e con forti dichiarazioni del tipo: "I mandarini vanno a casa. So che c’è tanta gente che lavora a servizio dell’amministrazione, ma chi sbaglia va a casa. Lo dico non come una minaccia, ma una promessa. Sarò io a mettere le registrazioni". Un fronte quello della burocrazia regionale ripreso poi in uno dei primi interventi in Consiglio regionale con la famosa sparata delle "800 persone che non si sa a che titolo siano negli uffici regionali". Affermazioni da gestione 'ordinaria' della Regione, peccato sia arrivato il Covid-19 e le priorità siano decisamente cambiate. Santelli ha deciso un primo approccio hard nella primissima fase dell'emergenza con misure più restrittive a quelle nazionali per poi anticipare, rispetto al Governo, riaperture. Su tutte la famosa disputa con il Governo per 'i tavolini all'aperto' e poi lo spot turistico sul "solo rischio di ingrassare in Calabria", in vista dell'estate. 

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E' sulle scelte di un certo peso che Santelli ha spesso spiazzato e ricordato a tutti che era lei al comando. Dalla scenografica presentazione del primo assessore della sua nuova Giunta direttamente in Parlamento, Capitano Ultimo all'Ambiente, accompagnato qualche giorno dopo dall'astrofisica Sandra Savaglio all'Istruzione. Scelte personali che hanno scombinato i desiderata dei partiti che in fondo in fondo non hanno mai pienamente digerito, tollerando a fatica il surplus di autonomia presidenziale. Così come al peso esterno della Santelli sono attribuibili gli arrivi nella macchina amministrativa regionale dei supermanager Maurizio Borgo (segretario generale) e Francesco Bevere (al dipartimento Salute). Ma Santelli non era solo calabrese. Gli anni e i rapporti costruiti da parlamentare le hanno sempre conferito una caratura nazionale. Anche per questo nei pochi mesi da presidente della Regione la si è vista più nelle televisioni nazionali che sulla stampa locale. E sempre grazie alle sue conoscenze era riuscita comunque agganciare profili del calibro di Gabriele Muccino e di Gianni Minoli. Ci teneva ai colpi ad effetto e a dare un'immagine nuova e più accattivante della sua Regione. Il nuovo film della Calabria, però, non lo potrà mai vedere perché si è interrotto.

 

 

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