di FRANCESCA FERRARO
Cosa resta di una bella persona come Gioacchino Lamanna?
Restano le sue meravigliose opere d’arte, certamente, ma molto altro ancora. Con maestria sapeva raccontare quello che invisibile era ai più: coglieva la poesia di un vicolo, lo squarcio di una piazzetta del centro storico di Catanzaro, la piega del viso di una Madonna, una cascata di glicini a Costa del Turchese.
Disegnare e, soprattutto, dipingere, era un modo per raccontare il suo modo di stare al mondo. Il suo carattere lo portava a sorridere ed era bello incontrarlo, si provava piacere perché trasmetteva gioia, serenità. Lascia alla città di Catanzaro e alla Calabria testimonianze importanti con i suoi straordinari dipinti, presenti in chiese, luoghi pubblici e in tante case private, ma lascia anche il segno di una persona a modo, di una persona buona e generosa, affabile e grande nell’animo. In questi giorni Catanzaro ha perso professionisti importanti, come è stato con la dipartita di Ines Pelaggi, ma ha perso anche persone che rappresentavano la parte più bella della nostra città, distinguendosi per la finezza, la delicatezza del gesto, la mancanza di ogni alterigia, nonostante il ruolo, l’importanza e la qualità delle loro persone. Il loro tratto distintivo, fatto di amore e generosità, resti nel cuore della nostra Catanzaro, ci dia la capacità di incollare i pezzi di una città in cui si riprenda con signorilità e gentilezza a vivere nel rispetto e nell’amore per il prossimo.
E alla amatissima moglie, ai figli, ai nipoti e a tutti i parenti di Gioacchino un grande abbraccio e l’affetto grande che accompagna il suo ricordo.
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