Di seguito la nota di Antonio Mirarchi.
"È davvero desolante dover prendere atto del comportamento dell'amministrazione comunale di Caraffa. Che ha fatto di tutto per non favorire l’avvicinamento di soggetti pronti a far calcio nella sua cittadina, al contrario di quanto invece detto alla popolazione locale attraverso social e manifesti. Dove, è noto, esiste già un’importante realtà come quella della Polisportiva. Che il sottoscritto ha contribuito a portare in Promozione. Ma che, proprio per l’alto livello raggiunto in ambito dilettantistico regionale, non può essere accessibile ai tanti giovani, e meno giovani, del paese con la voglia di giocare. Di fare sport in un contesto assai meno impegnativo della Promozione sotto il profilo agonistico in una mia società di 3. Categoria. Eppure la gente che mi ha chiamato, dopo aver saputo del mio distacco per certi versi traumatico dalla Polisportiva, ci credeva come e più di me. Erano infatti persone sicure che io potessi continuare a dare il mio contributo alla Caraffa calcistica e non solo. Ma, purtroppo, niente da fare.
Perché mi sono scontrato con un muro di gomma, persino solo per avere a disposizione il ‘nuovo’ campo ‘Puccio’. Un impianto, completamente rinnovato, che avevo chiesto come base di partenza per il mio progetto. Ma, e l’ho appena spiegato, mi sono subito dovuto fermare, trovandomi di fronte a un muro di gomma fatto di regolamenti, atti costitutivi sulle concessioni degli impianti sportivi e addirittura vecchie delibere. La cui morale, per me, era quella del “caro Mirarchi, fatti da parte, qui non c’è più posto per te’. Ma se queste sono le regole, si dirà che è inutile protestare. E no! Perché in passato tutto è stato assai più semplice. Ed economico. Senza, o con poche spese, per altri. A cui magari ha giovato avere parenti in politica o dirigenti strettamente imparentati con politici. Così come ha giovato a chi in passato ha già fatto la Terza essere allora consigliere comunale.
Circostanza che ha consentito loro di saltare molti passaggi, diciamo così. Di trovare insomma sostegno e disponibilità in un Comune che non ha espletato, mai, manifestazioni di interesse per l’assegnazione della struttura in questione. E che non è chiaro, almeno a me, se e in quale misura abbia percepito un ticket per concederla. Insomma, una continua carota a fronte del bastone usato con il sottoscritto, se mi permettete la battuta. Ma forse, ribadisco, sarebbe stato meglio che io avessi rapporti con la politica locale. Meglio ancora se di parentela. Oppure chissà: mi sarei dovuto candidare lì invece che a Catanzaro, dove sono stato consigliere comunale per 5 anni. Ma, a proposito di politica locale, ritengo che, al di là delle mie legittime rimostranze, l’opposizione almeno dovrebbe approfondire lo spinoso argomento. E far così venire a galla vecchie e nuove vicende. Che potrebbero (ri)emergere. E sarebbe il modo di fare chiarezza su un bene pubblico probabilmente a torto considerato da qualcuno alla stregua di uno privato".
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