di STEFANIA PAPALEO
Ha tentato di negare fino alla fine di aver sferrato un anno fa quelle coltellate al suo vicino di casa nel villaggio Eucaliptus, a Simeri Mare. Ma, alla fine, ogni sua versione è caduta nel vuoto davanti al gup Maria Idria Gurgo che lo ha condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione per tentato omicidio. Sulla tesi difensiva portata avanti dall'avvocato Dario Gareri, ad avere la meglio è stata la ricostruzione accusatoria messa su dal sostituto procuratore Domenico Assumma (rappresentato oggi in aula dalla collega Francesca Delcogliano), supportato dall'avvocato di parte civile Antonio Strongoli. Per l'imputato, Vincenzo Donato, 56 anni, di Simeri Crichi, nel Catanzarese, il giudice ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 8 mila euro, rimandando in sede civile la quantificazione del risarcimento danni a favore della vittima.
La sentenza, in particolare, è stata emessa dal gup con il rito abbreviato sollecitato dall'imputato, dopo una prima richiesta - rigettata - di rito abbreviato condizionato all'espletamento di una perizia finalizzata a cercare tracce ematiche sui coltelli che, all'epoca dei fatti, erano stati sequestrati nella sua abitazione. Nove coltelli a serramanico di varia tipologia e dimensioni, quelli che lo stesso Donato aveva consegnato ai carabinieri giunti sul luogo dell'aggressione dopo circa 40 minuti dalla richiesta di aiuto della vittima dell'aggressione che si sarebbe verificata nel pomeriggio di sabato 29 aprile 2023. Ad incastrare l'imputato, un testimone oculare che si trovava in casa del vicino per aiutarlo a sostituire dei climatizzatori, in vista dell’approssimarsi della stagione estiva e che avrebbe parlato di un acceso diverbio tra i due per motivi riconducibili a cattivi rapporti di vicinato, poi sfociato nell'aggressione con un coltello da parte dell’inquilino dell’abitazione estiva adiacente a quella del suo amico, con plurimi fendenti sferrati per colpirlo mortalmente.
Nonostante questi lavori fossero stati preavvisati, il rumore e la polvere generata avrebbero fatto perdere la calma all'imputato che, dopo una prima lite verbale, sarebbe venuto alle mani con il vicino, attraverso la recinzione che separa le rispettive abitazioni. Quindi, la decisione di andare via, salvo incappare in Donato che, dopo essersi appostato vicino alla loro auto, con fare minaccioso avrebbe immediatamente estratto da una tasca del gilet un coltello a serramanico, sferrando vari fendenti all’altezza dell’addome e del collo, provocandogli, fortunatamente, solo ferite da taglio superficiali. Da lì la chiamata al 112 e l'arrivo dei Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, che avevano trovato l’aggressore ancora in casa e visibilmente scosso.
Questa almeno la ricostruzione confluita nel verbale dei carabinieri e sfociata nell'imputazione di tentato omicidio, con la quale avevano arrestato Donato, oggi processato e condannato con una sentenza contro la quale, presumibilmente, l'avvocato Gareri proporrà ricorso in appello, nel tentativo di ribaltare la verità giudiziaria scritta oggi e tentare di far scagionare il proprio assistito dalla pesante accusa per la quale la Procura aveva chiesto una condanna ancora più alta, ovvero a 6 anni di reclusione.
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