Aggressioni al personale sanitario, Bruni (Pd): "Non bastano gli annunci, ora bisogna agire"

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Amalia Bruni
  10 gennaio 2024 10:57

“Angosciata per le continue aggressioni al personale sanitario ma se non si interviene rapidamente la situazione peggiorerà nei prossimi mesi. Gli annunci non bastano più, bisogna agire concretamente”, afferma in una nota Amalia Bruni, Consigliere regionale Partito democratico e vicepresidente Commissione Sanità.
 
E continua: “Sono davvero molto preoccupata per le aggressioni a medici e al personale sanitario che si succedono con frequenza sempre più preoccupante nelle nostre strutture e, purtroppo, credo che la situazione sia destinata a peggiorare nei mesi a venire.  In Italia nel 63% dei Pronto Soccorso si verifica in media almeno un episodio di violenza fisica e, nella metà dei casi, questo avviene nelle strutture in cui il sovraffollamento di pazienti è maggiore (dati Simeu). Una situazione non più sostenibile rispetto alla quale la politica non può restare a guardare senza fare praticamente nulla. Siamo di fronte a una escalation di violenza che non accenna a fermarsi. Ogni giorno leggiamo una sorta di bollettino di guerra, solo negli ultimi giorni abbiamo appreso dell'infermiera presa a pugni presso il Pronto Soccorso di un Ospedale della Campania e delle aggressioni nella guardia medica di Soriano ed al Pronto Soccorso di Vibo".

"n tutta Italia, nel 2022 si sono registrate oltre 1600 aggressioni (fonte INAIL) che hanno avuto come vittime donne nella stragrande maggioranza dei casi. Tutto questo non è più tollerabile. In Calabria si sono verificati addirittura degli omicidi senza che questo, al di là delle solite dichiarazioni del momento, cambiasse qualcosa. La situazione è gravissima, non servono a niente i soliti annunci e se non si interviene con determinazione e provvedimenti mirati, andrà sempre peggio. Attese lunghissime nei Pronto Soccorso, file interminabili per una visita o per un esame diagnostico fanno salire la tensione al massimo che poi fa esplodere la rabbia dei familiari che quasi sempre viene scaricata sul personale medico. E questo nonostante che i colleghi lavorino in condizioni di estremo disagio, con un organico ampiamente sottodimensionato e senza sufficienti presidi di pubblica sicurezza che tutelino la loro incolumità e quella di tutti i pazienti. La mancanza di programmazione, l’assoluta incapacità di spendere le risorse che pure ci sono (per esempio i fondi Covid), e la solita lentezza nell’assumere decisioni ci hanno portato a questo punto. Bisogna che Regione e Commissario in primis si scrollino di dosso questa inerzia, altrimenti rischiamo una tragedia al giorno. Noi siamo disponibili a dare una mano come sempre, se davvero c’è volontà di risolvere il problema”. 

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