La Corte D’Appello di Torino con provvedimento del 26 maggio ha rigettato l’appello formulato da Groupe psa Italia spa verso la pronuncia di primo grado con cui il tribunale di Torino aveva imposto al gruppo automobilistico di sostituire gli airbag Takatamontati sulle oltre 173.00 tra C3, prodotte tra il 9 aprile 2009 e il 20 febbraio 2017 e le DS 3, prodotte tra il 26 giugno 2009 e il 30 maggio 2019.
Il Tribunale di Torino aveva indicato in 1000 auto al giorno il numero minimo su cui poter operare.
La Groupe psa spa lamentava tempi troppo stretti per le comunicazioni agli automobilisti, anche per l’informativa sulla messa a disposizione delle auto sostitutive.
La Corte d’Appello ha evidenziato che percentuale alta di richiedenti testimoniava invece un deficit informativo a sfavore dell’utente anche circa modalità e tempi di fornitura. Basta pensare che su 15800 auto sostitutive richieste circa 1700 richiedenti non sono stati soddisfatti.
Gli automobilisti hanno subito la lentezza nelle sostituzioni degli airbag e l’inadeguatezza dei canali informativi usati sin da maggio 2024, quando solo 106.000 automobilisti vennero informati di bloccare la guida, mentre agli altri vennero inviate gli avvisi di sicurezza solo successivamente ad agosto ed ad ottobre, lasciando comunque senza alcuna comunicazione ancora a febbraio 2025 oltre 22.000 automobilisti.
Inadeguata, per la Cda, è risultata la modalità di comunicazione operata da Groupe PSA, eseguita esclusivamente sulla base degli indirizzi dei clienti desunti dal PRA e non di ricerche anagrafiche (come correttamente rilevato e imposto dal tribunale); ricerche anagrafiche che PSA ha iniziato ad effettuare solo a marzo del 2025, nonostante - fa notare la Corte d’appello di Torino - Il Tribunale avesse stabilito l’obbligo per PSA Italia di individuare in tempi rapidissimi i proprietari nei cui confronti la raccomandata non aveva avuto esito positivo, perché irreperibili o per altre ragioni, svolgendo le opportune ricerche anagrafiche ed inviando raccomandata A/R all’indirizzo accertato, tutto entro 15 giorni dalla comunicazione della ordinanza del 7 ottobre 2024.
Diversamente sui i tempi degli interventi di sostituzione dei kit airbag, visti i 1000 interventi al giorno come dedotti nel corso del giudizio dalla stessa PSA, il Tribunale ha ritenuto non esserci ragioni per ordinare alla resistente di aumentarne il numero, tenuto conto anche che ogni utente avrebbe potuto eventualmente essere compensato del ritardo in sede risarcitoria.
Tuttavia numerosi automobilisti continuano a lamentare di non avere trovato disponibile per oltre 6/7 mesi il pezzo sostitutivo e molti ancora oggi hanno l’auto ferma, oltre 22.000 veicoli non risultavano essere state rintracciate a marzo 2025 .
La Corte d’Appello, inoltre, ha confermato la condanna al pagamento di penali a favore delle associazioni dei consumatori Adusbef e Codacons e ribadisce l’urgenza di raggiungere i proprietari che ancora non risultavano informati del (grave) pericolo legato ai difetti degli airbags.
In tema di penali confermate dalla Corte d’Appello, la GroupePsa Italia spa dovrà pagare 20.000,00 euro al giorno per il ritardo nell’obbligo di terminare entro il 31.1.2025 le operazioni di sostituzione kit-airbag sui 127.036 veicoli che al 23.9.2024 avevano eseguito il check-in.
Su queste basi anche l’azione di classe presentata da Adusbef per il risarcimento del danno subito dagli automobilisti è stata ammessa e dal 14 aprile 2025 è possibile fino al 12 ottobre 2025 aderire rivolgendosi alle sede dell’associazione o consultando il sito del Ministero.
Il Presidente di Adusbef Antonio Tanza si dichiara soddisfatto del provvedimento a tutela dei cittadini .
Ne da notizia l’ avvocato Elena Mancuso responsabile AdusbefRegione Calabria
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