Al Centro Calabrese di Solidarietà una tre giorni di lavoro sul progetto “AperTI“

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  20 novembre 2021 14:04

Accompagnamento al lavoro e a tirocini presso aziende, sostegno temporaneo alle spese per l’alloggio nei casi in cui sia necessario spostarsi dal luogo di residenza, educazione alla cittadinanza e ai diritti: sono questi i principali servizi offerti ai titolari di protezione internazionale, usciti dai circuiti di accoglienza da non oltre 18 mesi, dal progetto “AperTI - Autonomia per Titolari di protezione Internazionale attraverso l'integrazione socio-economica” (PROG-3256), finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del FAMI (Fondo europeo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020).

Il Centro Calabrese di solidarietà è un dei centri partner territoriali della Fondazione Fondaca di Roma (Ente Capofila),  che ha preso in carico i destinatari individuati, e che secondo un approccio personalizzato ha disegnato percorsi su misura per ognuno di loro con l’ausilio di orientatori, mentori, agenzie per il lavoro accreditate, docenti.

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Nei giorni scorsi, nel CCS ha fatto tappa il percorso socio-culturale, che insieme ai percorsi di orientamento, mentoring e inserimento lavorativo, costituiscono le principali azioni dell'approccio integrato che caratterizza il Progetto AperTI: nella sede degli uffici della Presidenza in via Lucrezia della Valle si è tenuto l’incontro con le beneficiarie e i beneficiari residenti in regione Calabria.

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Nel corso della giornata il gruppo di lavoro, coordinato dalle operatrici di Fondaca, Fondazione per la cittadinanza attiva, e del Centro Calabrese di Solidarietà, è stato messo in evidenza come le dimensioni della cittadinanza (appartenenza, diritti e doveri e partecipazione alla vita comune) si manifestino in azioni e pratiche quotidiane di ciascuno e ciascuna. Con l'occasione sono state approfondite alcune questioni e tematiche care alle cittadine e cittadini stranieri residenti in Italia come l'importanza della conoscenza della lingua italiana, le procedure per il ricongiungimento familiare e la necessità di trovare un lavoro per fornire l'autonomia e  l’integrazione nel contesto sociale del territorio di in cui vivono.

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C’è da ricordare che il progetto AperTI si propone, in particolare: di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con la collaborazione delle reti di imprese coinvolte le quali consentiranno la messa a punto di un quadro mirato di fabbisogni di manodopera richiesti dalle aziende sia nei territori che in specifici distretti industriali e di servizi; di attivare una qualificata azione di esperienza concreta di cittadinanza, intesa come un meccanismo di inclusione nella comunità che ha nella appartenenza, in termini di status e identità, nei diritti e doveri e nella partecipazione le sue componenti essenziali. attraverso le seguenti principali attività o Analisi dei fabbisogni dei destinatari e progettazione piani individuali per l’autonomia o Definizione di progetti individuali per l’inserimento socio-lavorativo e socioculturale o Attivazione di percorsi individuali per l’inserimento socio-lavorativo: tirocini, inserimento lavorativo o Attivazione di percorsi individuali per l’inserimento socio-culturale: conoscenza e frequentazione della cultura e delle istituzioni, esperienze di cittadinanza attiva.

Sempre nell’ambito del progetto, al Centro Calabrese di solidarietà si è svolto anche un interessante confronto sul tema "Costruire reti solidali con i rifugiati Presa in carico, mentoring e iniziative di cittadinanza attiva Esperienze, opportunità, prospettive in Calabria Catanzaro". Con la coordinatrice del progetto “AperTi”, Cristiana Alfonsi (Fondazione Cittadinanza Attiva, Roma) si è discusso anche delle azioni di mentoring in favore dei rifugiati presi in carico dal progetto “AperTi”, Marinella Marino (Associazione Mentore, Roma); dei primi bilanci delle adesioni dei rifugiati e la necessità di creare reti in Calabria, con Katia Vitale (Centro Calabrese di solidarietà, Catanzaro). Hanno partecipato alla discussione: Angela Robbe, esperta, già Assessore al Lavoro e alle Politiche sociali della Regione Calabria e Franco Lucia, dirigente della CIA.

 

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