Si è chiuso, al Circolo Placanica, il nuovo Corso di Letteratura Italiana che, a cura del Prof. Luigi La Rosa, ha visto incrociarsi nel corso della stagione tutti i grandi temi che hanno caratterizzato nel tempo la vita, l'operato, il genio e (a volte) la sregolatezza dei più illustri letterati italiani ed europei. E ancora una volta è stato privilegiato l'approccio combinato a Letteratura e Medicina, quasi a conferma della stretta interdipendenza tra questi ambiti, e dell'influsso che le condizioni fisiche e psichiche degli autori e le conoscenze in merito nei vari periodi, hanno avuto sull'arte, sulla letteratura e sull'evolversi della cultura in generale. Nell'introdurre la serata il Presidente del Circolo, Venturino Lazzaro, ha sottolineato come, al pari della tubercolosi, della peste e delle malattie veneree, anche il disagio psichico nelle sue varie articolazioni, sia stato al contempo protagonista ed effetto delle grandi mutazioni culturali avvenute nei secoli, e come si possa ritrovare traccia di tutto questo sia nell'opera che nella vita privata di tutti gli autori considerati. E' stata la volta di La Rosa che in un excursus coinvolgente, intrigante, interessante e consequenziale ha introdotto la vita e l'opera di personaggi come Lorenzo de'Medici, Torquato Tasso, Niccolò Machiavelli e Italo Svevo, autori ed artisti lontani per epoca, collocazione geografica ed estrazione sociale, ma tutti irresolubilmente legati da un problema, una condizione, un disagio intimo e ineludibile sia in ambito sociale che nella sfera più intimamente personale e familiare. Sulla figura di Svevo vi è stata la convergenza della disamina di La Rosa e Lazzaro che ripercorrendo l'opera letteraria e le disarmonie sociali e psichiche dell'autore hanno finito per dare conto delle grandi trasformazioni avvenute tra '800 e '900 in Europa, e la conseguente difficoltà individuale e collettiva a tenere il passo di tale turbinante evoluzione.