di FRANCESCO IULIANO
Si torna a raccontare lo spionaggio nel periodo della guerra fredda, con “Quattro piccole ostriche” (HarperCollins), il primo romanzo di Andrea Purgatori, giornalista, saggista e sceneggiatore cinematografico, oltre che conduttore televisivo del programma Atlantide.
Ieri pomeriggio, nella pineta del Museo del Mare di Caminia, all’interno del complesso turistico Blanca Cruz, la presentazione del volume inserito nel programma del Magna Graecia Book Festival. A conversare con l’autore, il direttore artistico della manifestazione, Andrea Di Consoli.
La narrazione inizia ai nostri giorni, ma tutto si realizza nel novembre del 1989, data della caduta del muro di Berlino. Una data che segnò la fine del romanzo di spionaggio classico e di quell’equilibrio rimasto in piedi dalla fine della seconda guerra mondiale. Una data che annunciò, di fatto, la fine dell'egemonia sovietica sull'Europa orientale.
«Una storia – ha commentato Andrea Purgatori - che avevo in testa da più di anni. Non avevo mai tempo per scriverla, finché Harper Collins non mi ha proposto di scriverla per loro e ad arrivare fino in fondo. È il frutto di incontri fatti negli anni passati, quando mi è capitato di conoscere spie di vario genere e di varia provenienza, che mi avevano intrigato molto sul piano umano. Credo di aver parlato di spie che non sono affatto personaggi di fantasia ma persone reali con i loro problemi concreti. «Un romanzo – ha aggiunto - che ha all’interno una buona parte di psicologia. Le quattro piccole ostriche, nella realtà, sono quattro bambini che negli anni ’60 – ’70, la Stasi, il servizio segreto della Germania dell’est che faceva delle operazioni sporche per il Kgb, che era il servizio segreto dell’Unione sovietica, era stati selezionati e fatti crescere in paesi dell’Europa occidentale, perché fossero trasformati, attraverso l’ipnosi, in perfette macchine per uccidere».
La trama. Nell'autunno del 2019, mentre i capi di stato e di governo di mezzo mondo stanno per ritrovarsi a Berlino a celebrare il trentennale dell'evento, Markus, un tempo spia della Germania Est rifugiatosi dopo la caduta del Muro in Svizzera, dove si è rifatto una vita sotto un altro nome, viene richiamato nella capitale tedesca da Greta, sua ex collega alla Stasi, ma anche l'unica donna che forse abbia davvero amato nel corso di un'esistenza movimentata. Un diplomatico russo è stato assassinato, si pensa a opera di militanti jihadisti, ma quest’ipotesi non convince i poliziotti tedeschi incaricati dell'indagine. Mentre il tempo stringe, perché le autorità premono per chiudere il caso prima dell'arrivo delle delegazioni straniere, si riaffacciano i fantasmi del passato, quando Berlino era un celebre crocevia di spie nel conflitto sotterraneo tra Est e Ovest per il predominio mondiale.
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