di FRANCESCO IULIANO
C’è anche una tappa a Catanzaro nel programma del tour di promozione del libro del generale Roberto Vannacci.
‘Il mondo al contrario’ è il volume che, negli ultimi mesi, ha fatto e continua a far discutere la politica e la società civile.
“Un Mondo al contrario che, nelle intenzioni dell’autore, vuole rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni, una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta da quello che si percepisce come logica e razionalità”.
A Catanzaro, questa mattina, il generale Vannacci è stato ospite del Museo Militare all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea, su invito dei dirigenti del coordinamento Calabria e sud Italia del Comitato culturale ‘Il Mondo al contrario’.
Una conferenza stampa iniziata con qualche chiarimento su quello che è l’argomento che sta catechizzando l’attenzione su una sua possibile candidature alle prossime Europee.
“Nei prossimi giorni scioglierò le riserve sulla mia candidatura”.
A tirare la giacchetta al generale Vannacci, è la Lega di Matteo Salvini anche se, dall’interno del partito, non si fermano i malumori. Non ultimo quello di Gian Marco Centinaio che proprio nella giornata di ieri ha dichiarato di ‘non votarlo’.
“Che qualcuno abbia mal di pancia - ha commentato Vannacci - mi dispiace. Ma queste sono questioni interne. La Lega è un partito del quale io non faccio parte e quindi non voglio discutere né commentare quello che sta succedendo”.
Diversi i temi che hanno animato, quindi, il confronto con i giornalisti: dalle politiche migratorie all’ambientalismo del ‘no’.
“Un’immigrazione incontrollata - ha detto -, non fa bene all’Europa. C’è da capire qual è il limite che i paesi europei hanno in mente sull’accoglienza. Per questo dico che non si sbaglierebbe se si guardasse anche alle politiche migratorie adottate da altri Paesi”.
Idee ferme, per Vannacci, anche sull’ambientalismo ideologico. Dal generale anche quella che dovrebbe essere la ricetta per le regioni del Sud.
“Contesto fermamente l’ambientalismo del no - ha detto Vannacci -, che in molti casi limita la realizzazione delle grandi opere che inciderebbero sul progresso economico e sociale della nazione. Sin dai tempi dei Romani ci siamo fatti conoscere per le grandi opere che abbiamo costruito. E di grandi opere di progettazione italiana è pieno il mondo Ne ho viste nel Nord Africa, nella penisola arabica, nel grande Nord, al di là del Circolo polare Artico. Mi domando perché questo know how, questa nostra capacità di progettazione e realizzazione, quando dev’essere applicato in Italia trova sempre difficoltà, vuoi perché c’è il falco pellegrino che non può nidificare perché magari non si può spostare 50 chilometri più in là o ci sono tutta una serie di impedimenti che, a mio parere, sono solo scuse per non realizzare le opere. La nostra rete infrastrutturale necessita di una modernizzazione e di essere potenziata, soprattutto qui nel Sud Italia dove la carenza di infrastrutture è più evidente”.
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