A Salone del Libro, quando la Calabria era il centro culturale, giuridico e geopolitico del Mediterraneo e d’Europa.
Oggi periferia d’Europa, era prima in tutto la Calabria raccontata al Salone Internazionale del Libro di Torino in occasione della presentazione di “La Calabria del diritto”, il volume in cui si ripercorrono le tappe storiche e letterarie attraverso cui in un passato grandioso e antico si venne a formare la centralità culturale, geopolitica, commerciale e giuridica della grecità coloniale calabrese.
Così, la gloria e la magnificenza di Reggio, Crotone, Locri e Sibari antiche è stata trattata dall’autore del libro e dai suoi relatori presso gli spazi dello stand che la Regione Calabria ha allestito in occasione del XXXVII Salone Internazionale del Libro di Torino. Si tratta di argomenti di interesse non soltanto territoriale e settoriale ma che presentano, diversamente, rilievo nazionale: tra i numerosi primati di cui è detentrice, l’area geografica che coincide con la Calabria dei giorni nostri deve essere infatti considerata anche la culla della civiltà giuridica europea continentale.
Le ragioni che imposero al mondo la Calabria come area economicamente ricca e culturalmente evoluta le illustra l’autore del libro, il saggista e autore giuridico Ettore Bruno, che afferma che in questa parte d’Italia nacque l’idea di Europa e furono formulate per iscritto le più antiche norme giuridiche del mondo, comprese quelle di natura internazionale. Sotto il primo profilo, rappresentano vere e proprie avanguardie giuridiche universali la legge sibarita sulle tutele brevettuali e il modello normativo assunto a Locri, la patria di Zaleuco, il primo legislatore della storia; sotto l’aspetto internazionalistico, in Calabria si registrano gli accordi suggellati dalle potentissime città-stato di Reggio e Sibari rispettivamente con Atene e con i Serdaioi, una popolazione oscura e ancora non ben individuata.
Oltre ai primi rudimenti del diritto oggi riconducibile al grande sistema del Civil Law, in tempi in cui si discute di ius soli e di cittadinanza iure sanguinis, non bisogna dimenticare che a Sibari la cittadinanza era concessa a tutti: chiunque bussasse alle porte o sbarcasse nel porto, anche su una “carretta del mare” diremmo oggi, era accolto e integrato nel tessuto sociale della polis, ciò che peraltro contribuì a fare la ricchezza della gloriosa e fiorente città ionica.
Se “La Calabria del diritto” illustra i primati culturali e giuridici calabresi ai tempi della grecità coloniale, di particolare rilievo sono i temi che in occasione della presentazione del libro alla prestigiosa kermesse letteraria torinese ha affrontato, in dialogo con l’autore, Raimonda Bruno, esperta grecista calabrese, che ha parlato dell’accoglienza, dell’umanesimo greco e di quel prendersi cura della formazione culturale, etica e politica dei cittadini delle colonie che hanno fatto della periferia del Sud Italia la Magna Grecia.
Ettore Bruno, soddisfatto del riscontro ottenuto a Torino, esprime tuttavia rammarico per il fatto che i numerosi primati culturali e giuridici calabresi sono ancora troppo poco conosciuti e spesso trascurati negli studi antichistici.
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