di ALBINO ELIA*
Questa è la politica delle aree di RISTORO. Si chiama sindrome della terza settimana, quando i soldi sono finiti e aspetti con ansia l’arrivo dello stipendio. È una continua rincorsa, insegui i debiti, che mese dopo mese diventano sempre di più, e ti affanni a sopravvivere. Non sai come invertire la rotta e preghi che accada qualcosa di eccezionale, una somma di denaro fuori registro che ti strappi dalle sabbie mobili.
Questa è una condizione che in molti conoscono bene, in genere vale per gli individui e per le famiglie. È più raro, e straniante, se a viverla è uno Stato, eppure è quello che sta accadendo. Il governo sta facendo i conti con i soldi in cassa. Sono miliardi ma non bastano. Il secondo lockdown ha messo in ginocchio l’economia reale. L’orizzonte è un deserto. L’Italia non può stampare moneta. Si va avanti vendendo titoli, con la Bce che ci sta dando una grossa mano, debiti che pagheranno le prossime generazioni. La speranza sono i fondi del Next Generation. È da lì che passa tutto. È la somma eccezionale che ci può ridare un futuro.
Questo è lo scenario lungo cui si muove il governo. Il presente è la rincorsa. Sono i decreti ristoro: il primo, il secondo e presto ci sarà anche il terzo. Ogni volta che una regione passa in zona rossa bisogna ricalibrare e aumentare gli importi. Non a caso si parla di un nuovo scostamento di bilancio superiore ai 20 miliardi. È la politica economica del picnic. Il «ristoro» che di settimana in settimana insegue il virus e cerca di strappare negozi, aziende e chi ci lavora dal fallimento. Non è una scelta. È una necessità. Si può rimproverare al governo di non aver fatto investimenti nella sanità e nei trasporti durante la tregua estiva, ma arrivati a questo punto l’unica strada è salvare gran parte del Paese dal lastrico. Quella che invece ancora si fatica a intravedere è la «ricostruzione». È scomparsa dai radar.
L’ultima apparizione c’è stata con la passerella degli Stati generali. Il governo ha un piano per investire i fondi del «piano Marshall europeo»? Se c’è al momento non è molto trasparente. L’impressione è che al momento si preferisca tenerlo lontano dai riflettori del dibattito pubblico. Giuseppe Conte ha poi evocato una grande riforma del welfare e del fisco. Bene, ma anche qui come qualcosa di vago. È come se il governo avesse paura di guardare al futuro. È un grosso errore, perché questa incertezza scaccia la speranza. Cosa c’è dopo le oasi del ristoro? È arrivato il momento di mostrare una mappa.
#politicaitaliana
#Conte
#giornalesmcit
#massacroeconomia
*FENAPI (Federazione Nazionale Imprenditori)
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736