di FRANCESCO IULIANO
“Un nuovo umanesimo tecnologico in grado di preservare la centralità dell’uomo nell’era delle macchine e di generare principi e linee guida capaci, a loro volta, di concepire regole che l’autorità pubblica deve saper costruire di concerto con i soggetti produttori e gli utenti dell’economia digitale”.
Se n’è parlato in occasione del primo appuntamento del ‘Dottorato di ricerca’ organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, per l’anno accademico 2023/2024, dal titolo ‘Algoretica e umanesimo digitale’.
Un seminario che il coordinatore del Dottorato, l’ordinario di Diritto privato dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Fulvio Gigliotti, ha affidato al presidente della Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine, presidente emerito della Camera dei deputati, il professore Luciano Violante, per stimolare un dibattito sul codice etico dell’Intelligenza Artificiale in Italia, mettendo in evidenza la necessità ed i benefici di un quadro giuridico più formalizzato.
In apertura i saluti del rettore dell’Ateneo catanzarese, Gianni Cuda e del direttore del Diges, Aquila Villella.
Un corso - è stato detto - , che intende approfondire, tra l’altro, le implicazioni giuridiche della cosiddetta “rivoluzione digitale” che si articolerà, per questo anno, in un ciclo di seminari e tavole rotonde, nel corso dei quali saranno trattate, in una prospettiva interdisciplinare che travalicherà, quindi, la dimensione strettamente giuridica, le molteplici sfide poste dalle nuove tecnologie e dalla loro profonda incidenza sull’assetto della società contemporanea, con la necessaria attenzione alla crescita della domanda di nuove forme di tutela e di garanzia dei diritti fondamentali.
Una prospettiva in cui saranno oggetto di confronto le questioni poste dai rapporti tra uomo e macchina nell’era digitale e le implicazioni derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale, con specifica analisi delle potenzialità e criticità giuridiche nell’utilizzo e con particolare attenzione anche al contesto europeo.
Luciano Violante, nel segnalare la preoccupazione per un trasferimento dei poteri statuali ai grandi operatori privati che condizionano in modo sempre più incisivo la vita dei cittadini, al di là del controllo della comunicazione, pure decisivo, ha commentato come “nel nostro mondo convivano due società molto diverse tra loro, la società analogica alla quale apparteniamo noi e quella digitale alla quale appartiene la generazione sotto i 30’ anni. Società che hanno dati differenziali profondi. Nella società digitale si azzera il tempo e lo spazio. La società analogica invece vive nel tempo e nello spazio. Per ragioni anagrafiche la società analogica è destinata ad estinguersi. Quella digitale sarà, invece, la società del futuro. Abbiamo allora il problema di occuparci di quali saranno le regole in questa società, problema tutt’altro che secondario. C’é certamente il confronto tra conservazione ed innovazione. Ma bisogna conservare i valori ed innovare le tecniche”.
Tre le tesi trattate da Violante, anche quella delle caratteristiche contraddittorie della comunicazione, definita effimera ed eterna, alle novità digitali che si succedono con grande rapidità. “Siamo in una permanente transizione digitale, che rende obsolete le forme di regolazione e ci porta sempre verso nuove frontiere”.
Prossimo appuntamento, giovedì 7 marzo prossimo, con l’incontro dal titolo ‘Interferenza illecita nell’era dell’innovazione tecnologica’.
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