di GIANPIERO TAVERNITI
Una giornata di fine febbraio, giornata tiepida, dalla temperatura primaverile, dopo una settimana di temperature rigide, con qualche spiaggia addirittura imbiancata dai fiocchi di neve. Oggi la costa viola, la costa tirrenica, è in grande spolvero; lungomari di Bagnara e Scilla non affollatissimi, ma degni di nota. Presenze di tanti giovani con la mascherina a portata di mano, a distanza, che passeggiano su queste incredibili e bellissime spiagge, dove domina un mare trasparente invitante, tanti sportivi che praticano fitwalking e cominciano le scalate verso la parte alta della costa, con le rispolverate mountain bike. Nel sistema difensivo costiero calabrese, nel conosciutissimo “Codice Carratelli”, nella città di Bagnara, troviamo la torre Ruggiero, che sorge nella contrada "Cacilì", sopra lo sperone roccioso di Capo Rocchi.
Storicamente, non abbiamo molto materiale, sulle sue origini e sul periodo preciso della sua costruzione, ma per la sua tipologia architettonica troviamo che nel testo del Vittorio Faglia, "Tipologia delle torri costiere d’avvistamento e segnalazione”, le torri con la base troncoconica, con toro in masello e corpo cilindrico, con il diametro di sette metri, possono essere orientativamente inquadrate nel periodo storico che va dal XIII al XIV sec.
Un luogo che in questi giorni è molto frequentato, una postazione privilegiata, esposto sul capo Rocchi, in una sorta di terrazzino d’onore, sul trono di una costa incredibilmente ricca a livello paesaggistico, oltre che di flora ittica, nelle sue acque cristalline, azzurrate che oggi vengono accarezzate da diverse imbarcazioni di pescatori, che rientrano nel porto della cittadina.
Un porto dalla grande storia marinaresca, dove tantissime famiglie un tempo vivevano di pesca, aiutando l’economia e conservando la loro antica e indelebile identità. Incontriamo qualche pescatore che, malinconicamente, osserva il mare e il porto, con le tante imbarcazione in restyling e ci ricorda le campagne di pesca di suo padre e di suo nonno, il mercato del pesce che da queste parti era molto ben fornito, sia a livello di scelta, che di quantità e qualità del prodotto pescato.
Bagnara Calabra, una cittadina che in questo versante tirrenico potrebbe dire la sua a livello turistico, vista la posizione, la storia, le chiese presenti sul territorio e vista la sua indelebile cultura marinara identitaria, che andrebbe maggiormente tutelata e incentivata. Se nella nostra matrigna Europa, si sta cercando di snaturarci a livello identitario, cancellando prodotti sul mercato per dimensioni e per determinati periodi di pesca, di certo non si possono cancellare le origini identitarie di Bagnara e dintorni che da sempre hanno avuto il distintivo originale nella rappresentatività della storia collegata al territorio che va tramandata e rimarcata con convinzione e mai cancellata.
Un'esplorazione ricca, che dà l'occasione di conoscere sempre più le bellezze che in ogni angolo di questa incredibile terra si possono trovare e che da una torre cosi ben conservata, andrebbero sempre più “avvistate“ e difese dagli assalti dalle scorribande costiere che un tempo assaltavano terra ferma per razziare e derubare quello che si trovava, ma che oggi producono scippi più preziosi, quelli che richiamano le origini di un popolo e di una comunità marinara che un tempo era solida, ma che con il passare delle “scorribande istituzionali" europee dei rigidissimi e forti regolamenti, che non potrebbero essere applicati in ogni angolo del continente, vista la disomogeneità culturale, via via hanno sgretolato quella roccia, quel primato di marineria che Bagnara deteneva.
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