di GIANPIERO TAVERNITI
Una Calabria che nasconde dei piccoli tesori, degli scrigni custodi di storia, arte e vita quotidiana di un popolo, quello calabrese che da sempre spopola questa terra, non per sport o per scegliere un’opportunità migliore, ma per obbligo di trovare qualche lavoro, altrove perché chi governa questa terra dal dopoguerra ad oggi, non ne ha saputo crearne, poi lo Stato è stato quasi sempre assente nell’imporsi e nel dimostrare il controllo effettivo di questi territori, abitati non solo da gente per bene, ma anche colpiti da una malattia sociale chiamata 'ndrangheta, malavita organizzata che tarpa le ali a tanti giovani e brucia il futuro delle nuove generazioni.
Giusto lo spopolamento, degli anni 50, 60, 70 e 80 massicci che hanno dato il colpo alla riduzione demografica della Calabria, ma oggi da censimenti ufficiali, ancora attuale, è il forte e serio problema dello spopolamento, nell’ultimo anno hanno lasciato la Calabria almeno 100mila persone. Girovagando e scoprendo territori, giungendo a Isca Superiore, un borgo poco popolato, che mostra i segni evidenti dello spopolamento dovuto all’emigrazione verso nord Italia e Americhe e che palesemente, tiene disegnata la storia e il destino di un popolo, su un murales in una piazza su via Borgo, dove viene evidenziata la valigia di cartone dei nostri conterranei che lasciavano il paese in cerca di fortuna, dove domina in evidenza la figura di S. Marziale Martire santo patrono che nel murales pare voglia proteggere i propri fedeli che lasciano Isca.
Un giro nel borgo, tra viuzze, catoji, signore anziane che ci accolgono con un sorriso,felici della nostra curiosità a vedere il loro paesello. Nella silente tranquillità di questo borgo popolato da pochissimi abitanti, si sente il ritmico rumore del martello che inchioda assi in legno, di qualche carpentiere che sta montando qualche armatura per ristrutturare qualche piccola casa. Scendendo e uscendo dal borgo, appena sulla destra, ci dirigiamo verso i resti di un'antica chiesetta basiliana, dedicata a S.Giovanni, luogo denominato come “U Cantuni e San Gianni”, dove troviamo anche un interessante incisione rupestre, luogo inserito nel Cammino Basiliano della Calabria nella 46esima tappa.
Che dire pace, aria fresca e pulita in una giornata soleggiata che ci ha fatto scoprire altri piccoli tesori nascosti, ci ha mostrato un piccolissimo borgo del catanzarese che a volte la sera, ammirandolo illuminato dalla S.S.106, sembra proprio un presepe a cielo aperto. Paesino che come detto rientra nel cammino basiliano che attraversa la Calabria da Nord a sud e ci evidenzia la ricchezza storica, artistica e paesaggistica che nello scenario regionale della nazione, può e deve dire la sua , nel poter attrarre e a affascinare tanti visitatori e magari far tornare a casa, tanti nostri compaesani, mettendoli davanti la scelta di poter mettere al servizio della loro terra, tutto ciò carpito e imparato altrove, in ogni parte del globo.
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