Alla scuola di don Sturzo: bilancio critico del popolarismo nel mezzogiorno 

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  26 marzo 2021 07:53

di FILIPPO VELTRI

La scuola di don Luigi Sturzo non fu sufficiente al Ppi, un secolo fa, per radicarsi nel Mezzogiorno per come il suo fondatore avrebbe voluto, puntando a una radicale democratizzazione dello Stato. È questo il bilancio critico del popolarismo in Calabria e nelle altre regioni del Sud contenuto nel volume Alla scuola di Don Sturzo. Il popolarismo nel Mezzogiorno a cento anni dall’Appello ai liberi e forti.

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 Il libro, appena pubblicato da Luigi Pellegrini Editore, raccoglie gli atti del convegno nazionale tenuto all’Università della Calabria il 13 novembre del 2019, organizzato dall’ICSAIC (Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) in collaborazione con il DISPeS (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) in occasione del centenario dell'Appello ai Liberi e Forti. Si tratta di un’ennesima iniziativa dell’ ICSAIC, che in questi mesi nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia sta sviluppando una serie di iniziative sulla Calabria e sulla sua storia anche piu’ recente, per cercare di legare passato e presente e non far disperdere la memoria.

L’ ultima opera, che ha approfondito notevolmente gli studi sull’esperienza del Partito popolare italiano nel Mezzogiorno d’Italia, è stata curata da Paolo Palma, presidente dell’ICSAIC, e da Lorenzo Coscarella, membro del direttivo dello stesso Istituto. Oltre che dei due curatori, raccoglie i contributi di Francesco Altimari, Nicola Antonetti, Leonardo Bonanno, Raffaele Cananzi, Vittorio Cappelli, Antonio Costabile, Daria De Donno, Vittorio De Marco, Giuseppe Ferraro, Francesco Milito, Giuseppe Palmisciano, Francesco Raniolo, Vincenzo A. Tucci, Roberto P. Violi.

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Il volume, realizzato con il contributo dell’ICSAIC e della Fondazione CariCal, si inserisce così nel filone di studi sul popolarismo presentando non pochi aspetti inediti, con particolare attenzione alle esperienze calabresi e uno sguardo più ampio all'intero Mezzogiorno. L’esperienza del Ppi, infatti, iniziata nel 1919 e conclusasi con il consolidamento del potere da parte del governo fascista, fu relativamente breve ma lasciò un segno notevole nella storia politica italiana del ‘900, grazie anche all’apporto nei vari territori di personaggi come Luigi Nicoletti, Carlo De Cardona, Vito Giuseppe Galati, Giulio Rodinò, Vincenzo D’Elia e tanti altri che affiancarono il fondatore.

I saggi contenuti nel volume ne analizzano così l’evoluzione in alcuni contesti locali, approfondiscono aspetti delle biografie di personaggi chiave nella vita del partito, e offrono nuovo materiale sulla parabola del Ppi nel Sud della penisola e sul ruolo della Chiesa nelle vicende politiche italiane di quegli anni. Si tratta di un volume, in sostanza, che nel rifare la storia di quegli anni ci restituisce anche uno spaccato sul mondo cattolico e sull’impegno politico e sociale dei popolari di allora e della necessita’ che nel Sud e in Calabria in modo particolare quel mondo non resti fuori da un rinnovato impegno per il cambiamento della societa’.

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