Allarme incendi: c’è il disappunto degli aderenti al “Progetto Policoro”

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  04 agosto 2021 15:12

di FRANCESCO IULIANO

Non sono rimasti indifferenti a quanto sta accadendo nelle ultime settimane,  i partecipanti al Progetto Policoro, l’iniziativa della Chiesa italiana che mira a dare una risposta al problema della disoccupazione giovanile, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità, secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa.

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"Da giorni, ormai – ha fatto sapere l’animatore della Diocesi di Catanzaro-Squillace, Francesco Costa - la nostra terra è preda di incendi che stanno distruggendo migliaia di ettari di boschi. Le regioni del sud Italia, in particolare la Calabria e la Sicilia, sono quotidianamente minacciate dalle fiamme. Ettari di vegetazioni sono andati in fumo, molti animali sono rimasti uccisi dalle fiamme.
Questo è il quadro drammatico che stiamo vivendo da giorni, favorito inoltre dalle calde temperature registrate in questi mesi estivi.
É urgente allora prendere una posizione concreta, non basta continuare a spegnere incendi, che inevitabilmente continuano a causare gravi conseguenze all'ambiente, occorre agire con un'azione di prevenzione, bloccando l'agire dei piromani, rafforzando l'attività di controllo, sensibilizzando i cittadini alle tematiche ambientali. Il rischio che stiamo correndo in questi tempi è quello di distruggere la nostra Casa Comune. L' enciclica "Laudato si" fa appello alla responsabilità di ciascuno. Ogni essere umano é chiamato a prendersi cura del creato. Il testo biblico della Genesi ci fornisce la risposta e il ruolo dell'uomo nel creato, esso deve soggiogare e dominare la terra coltivandola e custodendola. Come scrive Richard Schwartz: "dominio non signica il diritto di conquistare e sfruttare, ma di collaborare con Dio nel prendersi cura del mondo migliorandolo".

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"Dobbiamo dunque farci voce del grido di aiuto che proviene dalla nostra Terra. Non basta semplicemente un attivismo ambientalista, ma è necessaria una presa di coscienza che riconosca la gravità di responsabilità che abbiamo rispetto alle prossime generazioni.
È ora di difendere la nostra terra con azioni concrete, prima di dare alle fiamme anche il futuro di tutto l'ecosistema".


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