di APOLLONIA NANNI
“Quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti ma alberi”… recitava una nota canzone di Gino Paoli, oggi più attuale che mai. Facciamo tesoro di questo “tempo chiuso” per aprire dialoghi in famiglia, approfittarne per cercare dentro di se quello che nella fretta dell’era moderna abbiamo smarrito: ascolto, condivisione, amore. Anche le attuali metropoli appaiono come “città del pensiero” ispirate da un unico sentimento “prima” sconosciuto o poco apprezzato: quando si riapriranno i nostri luoghi del cuore, le nostre vie , la panchina preferita col chiacchiericcio attorno aspettando la primavera.
Le nostre città addormentate, svuotate, melanconiche metafisiche, in apnea, che trasmettono in diretta la nostra vita “affacciata” attraverso una “drammatica serenità apparente". ”Come siamo lontani dai suoni e rumori fragorosi per le strade cui siamo abituati, i clacson, venditori ambulanti e i mercatini rionali colorati. Adesso ci appaiono belli e irraggiungibili anche i luoghi e i rituali quotidiani , “prima dell’apocalisse” detestati. Mi tornano alla mente: “LE CITTA’ INVISIBILI” di Italo Calvino, piazze leggermente inclinate, dislocate, un altrove. I “triage” hanno preso posto nelle piazze invase da polizia carabinieri , attenti sorveglianti sulle “uscite” del cittadino errante spaesato e confuso; laddove prima si erigevano monumenti di antica bellezza, adesso assistiamo, inermi ed impotenti, sfilare in un triste e solitario commiato le bare dei tanti caduti del corona virus, in una muta assenza. Privi di conforto religioso, sottratti anche all’ultimo saluto. Straziante e indimenticabile.
L’Artista è abituato alla “quarantena”, non gli fa paura la solitudine, sovente trascorre il suo tempo a creare, meditare. Protagonista assoluto il silenzio, condizione necessaria, scelta obbligata,non imposta come allo stato attuale, bensì ricercata a beneficio provvidenziale per la propria arte. Io trascorro le mie giornate di “intervallo dilatato” alle quali sono abituata, tra colori pennelli, letture, scrittura , insieme a mio marito, compagno e maestro di vita e Arte, l’Artista Alessandro Mazzitelli, col quale condividiamo da anni l’amore e la passione per l’Arte, devoti come atto di fede, essendo abituati a questa sorta di vita monastica scandita da pause di esigenze quotidiane, ci interroghiamo su come sarà la vita futura, cosa ancora ci sorprenderà, il futuro dell’Arte! Certamente lo scenario sarà mutato, le prospettive sono cambiate, e le proiezioni future, proprio come accade dopo una guerra, quella che stiamo vivendo, differente poiché il nostro nemico è sconosciuto, invisibile e imprevedibile e non si può lottare ad armi pari. L’Arte non è finita, fino a quando sopravviverà l’ultimo essere umano in quanto tale, con tutta la sua creatività e il sentimento che lo contraddistingue. “Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora forse tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore”, (Ugo FOSCOLO).
Ritengo che torneremo a un’arte “umana” lontana dalla logica fredda di mercato, attualmente l’Arte è “rotta” frantumata, sfrattata! l’Artista riprenderà a ricoprire il suo ruolo attualmente sabotato a favore di illogiche e mortificanti posizioni atte ad invertire i ruoli per reiterati e scriteriati selezioni improvvisate , poco valutate e attenzionate da incompetenti e inavvertiti “addetti ai lavori”, scelte spesso dettate da totale inesperienza e millantato credito. Molte improbabili “opere” di cosiddetta “arte contemporanea” che negli ultimi anni , hanno invaso , inanimate, spazi espositivi e contenitori culturali ricchi di “vuotezze” a tal punto da allontanare drammaticamente il pubblico , i fruitori dall’Arte, disertando spesso le tante, troppe mostre inutili di questi anni, non troveranno più locazione, verranno archiviate come facenti parte di un breve periodo ibrido del nostro tempo. Anche il ruolo dei musei e delle gallerie d’arte sarà stravolto: le scelte artistiche dei vari direttori di musei , gallerie e fiere intrecceranno percorsi nuovi, saranno scelte più oculate, meno avventate. Prediletti gli artisti conterranei, meritevoli ed autentici, senza guardare troppo lontano. Auspico, finalmente , un ritorno alla meritocrazia e un riconoscimento alla competenza il sapere in ogni campo, condizione necessaria per far rinascere un territorio una nazione. Questo periodo di “riposo domestico” servirà a molti a riflettere e adottare nuove strategie proficue e rassicuranti. Sono addolorata per i tanti, molti, che in questo momento non hanno nemmeno una casa in cui condividere solitudini melanconie, gioie famigliari che in molti casi si consolidano.
La nostra società “liquida” adesso ha bisogno di solidità e sentimento. L’Artista ha il dovere intellettuale di innalzare le sorti avverse, come sempre è accaduto a memoria storica, possiamo trarre dallo stato attuale un “vantaggio creativo” e ambire a un NUOVO RISORGIMENTO. A tale proposito vorrei dare una notizia in anteprima: l’Artista Alessandro Mazzitelli, schivo e in religioso silenzio come si conviene agli autentici Artisti, ha realizzato nel corso degli anni centinaia di opere inedite, fra cui, una installazione sorprendente di grande impatto visivo ed emozionale, che in qualche modo anticipava lo stato in cui stiamo vivendo, l’ opera profetica per essere esposta necessita di ampio spazio, perché deve trionfare da sola in un ampio spazio per essere fruita dallo spettatore, quando il drammatico stato attuale finirà, sarà esposta e resa nota al mondo, sarà davvero un’opera inedita mai visto nulla di simile, che passerà alla storia a testimonianza di questo momento. L’Artista è sempre profetico, n rabdomante, ed io ogni qualvolta guardo a quest’opera mi commuovo e desidero renderla nota a tutto il mondo a riconferma di quanto l’Arte abbia un ruolo significativo e salvifico per l’umanità tutta. Albert Einstein sosteneva: “E’ la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che nasce l’inventiva le scoperte e le grandi strategie”. A noi artisti il compito di inneggiare alla vita.
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