ALLERT’ART DI APOLLONIA. Possiamo ancora credere al potere dell'arte?

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images ALLERT’ART DI APOLLONIA. Possiamo ancora credere al potere dell'arte?
La nona ora di Maurizio Cattelan
  13 ottobre 2019 22:59

di APOLLONIA NANNI

Qual è oggi la funzione dell’ARTE? Vi siete mai chiesti cosa distingue un grande da un pessimo artista, cosa ha fatto sì che Marcel Duchamp o Andy Warhol, Burri, (tanto per citarne alcuni), abbiano superato la prova del tempo e perché molti artisti sono sopravvalutati? Cosa si nasconde dietro il clamore e lo scandalo delle opere dell’irriverente MAURIZIO CATTELAN? Famosa la “NONA ORA” scultura del 1999 che rappresenta un Papa, Wojtyla , in un modo inusuale e provocatorio. Scandaloso, che suscitò molto scalpore quando fu resa nota al mondo. Osservando l’nstallazione “LA NONA ORA”….”All’ora sesta si fece buio su tutta la terra fino all’ora nona. E all’ora nona, Gesù con gran voce esclamò: “Eloi, Eloi, lammasabactani? “ che tradotto significa: “Diomio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? nella foto che correda l’articolo, l’ immagine citata.

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Una cosa è certa, nell’ultimo secolo l’arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile. Bauman, filosofo e sociologo polacco, sostiene che stiamo vivendo una società liquida, l’arte stessa si è fatta liquida straripando ovunque e comunque sotto “mentite spoglie”? Siamo di fronte a nuovi ed imprevedibili “episodi” della storia dell’arte e del gusto contemporaneo. L’immaginario di molti è appiattito, non c’è più ARTE, solo artigianato senza ricerca. Tutti copiano! REMAKE imperante. Vi è una sorta di pigrizia mentale, creatività anno zero, ed è più facile replicare le idee altrui! Che pena! Che pochezza d’intenti! Arte multiforme? Le mode vanno troppo veloci per potersi godere un’istante di eternità con un prodotto artistico. Assistiamo a una proliferazione di segni all’infinito, riciclaggio di forme passate o attuali, ma dove non esiste più alcuna regola fondamentale, alcun criterio di giudizio, alcun piacere”.

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Dal punto di vista di chi crea tutto è una scommessa, un salto nell’ignoto. Qual è il sistema artistico dei nostri giorni? Il noto storico e critico d’arte JEAN CLAIR in un suo saggio attesta che stiamo vivendo l’inverno della Cultura, e che non si distingue una bufala da un’opera d’arte. Spesso i dipinti le opere d’arte sono difficili da leggere e da capire, soprattutto l’arte moderna , bisogna imparare a farlo. E purtroppo nessuno o pochi lo insegna. Guardando, o meglio osservando un’opera necessita andare al di là dell’immagine, comprendere che esistono delle implicazioni psicologiche consce o inconsce. C’è una profondità intrinseca nell’immagine, nella rappresentazione artistica, in cui come uno speleologo occorrerebbe indagare approfondire. Sarebbe auspicabile inserire in un determinato contesto, delle figure specializzate “avvertite” in grado di compiere questa “traduzione” nei confronti del pubblico spesso ignaro e passivo davanti ad un’opera. E’ complicato spiegare la bellezza, ma anche la deformità che può esistere in essa, in una iconografia. Ma questo è un compito difficilissimo che include una sorta di responsabilità intellettuale e professionale. Ci vorrebbe un apprendistato, mancando questo manca una trasmissione di tali concetti, ecco perché spesso si sente dire: “QUESTO LO SAPEVO FARE ANCH’IO” recente libro del famoso critico d’arte FRANCESCO BONAMI. Che cosa esprime l’opera d’arte? Cos’è l’estetica? Il vuoto! Il vacante nell’arte!

Anche il vuoto, una superficie bianca esprime un concetto che va al di la della definizione del bello che ha a che vedere con simmetrie e dimensioni prospettiche. Qual’ è il ruolo oggi dei musei nella diffusione dell’arte? Spesso i musei appaiono sempre di più un emporio, una stazione di oggetti smarriti. Non sono più i luoghi “sacri” dell’arte , gli scrigni di tanti tesori, in cui si poteva percepire il “respiro” dell’artista “sentire” i suoi tormenti la sua vibrazione, il suo essere. Attualmente assistiamo a mostre in cui sono evidenti le tante idiozie. E noi passivamente “osserviamo” la distruzione dell’arte e della cultura sabotate da ciarpame e riciclaggio di opere del passato e del presente. Mi interrogo: quale testimonianza di questa era lasceremo ai posteri? Quale arte sarà praticata amata custodita e difesa? Forse ci saranno grandi spazi collettivi , (come avverrà nella prossima BIENNALE DI VENEZIA), spazi in cui l’artista interagisce col pubblico invitandolo ad interagire , allo scopo di renderlo partecipe alla creazione di qualcosa. Oppure saremo sommersi da montagne di cellulari e video-game che “riflettono” le nostre vite ormai appiattite e omologate!

Vivremo la “SOLITUDINE DEL CONTEMPORANEO” in una “CITY CHAMBER”, città da camera, come l’ho denominata, una city del futuro, in cui tutti vestiremo allo stesso modo con simili ed uguali facce e corpi botuliniche-siliconate; inespressive e disumanizzati. E l’arte?

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