Allevatori in protesta alla Cittadella: "Kit poco attendibili per la brucellosi e troppa burocrazia. Il settore sta morendo"

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  13 luglio 2021 18:11

Un settore in crisi quelli dell'allevamento in Calabria a causa delle troppe malattie e della tanta burocrazia che,  a detta degli allevatori, avrebbe negli anni distrutto il settore. La brucellosi ed altre malattie sarebbero la causa di una crisi che ha già messo la parole fine a diverse attività.  Questa mattina gli allevatori hanno incontrato alcuni dirigenti regionali in Cittadella ma il loro obiettivo reale sarebbe stato quelli di parlare con il Presidente facente funzioni Nino Spirli. Incontro che non è avvenuto. Brucellosi, 16 mila aziende sequestrate nel 2007, si legge sui giornali mostrati dai lavoratori durante la protesta.

"Una brucellosi politica inventata dal Ministero della sanità per fare cassa. Gira una vera economia sulla positività.  Nel 2006 ci sequestrano e nel 2020.ci sequestrano ancora.  Che metodo è.  Chiedo a Spirli di aiutarmi a chiudere".

Questo lo sfogo dell'allevatrice Michela Mazza. "Il problema sono i kit voluti dalla Livia Turco che sono in dotazione solo presso le zooprofilassi l'allevatore non può fare verifiche. La zootecnia è finita ma continuano a battere cassa senza dichiarare il territorio indenne" dice Michela Mazza che chiede di avere le condizioni di lavorare con il cambio delle ordinanze. 

'La zootecnia è finita in Calabria.  Nella provincia di Catanzaro ci sono solo le mie mucche per ora" conclude la Mazza. Ma ci sono anche allevatori che vogliono continuare fermamente a lavorare ma chiedono sostegno e meno burocrazia".

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