Assolto perché il fatto non sussiste da tutti i reati a lui ascritti in rubrica. Questa la massima formula assolutoria pronunciata nel tardo pomeriggio di ieri 28 giugno dal Tribunale Penale Collegiale di Catanzaro (Presidente Dott. Pietro Carè, giudici a latere Dott.ssa Beatrice Fogari e Dott.ssa Marilena Sculco) nei confronti di C.O. un ragazzo del Gambia che dal 2017 era stato allontanato dal centro di accoglienza straordinaria di Olivadi, in provincia di Catanzaro, e finito sotto inchiesta dopo la querela sporta nei suoi confronti per i reati di violenza sessuale da due ragazze nigeriane che vivevano nello stesso centro.
Per lui il Pubblico Ministero aveva richiesto una condanna a 4 anni di reclusione.
Soddisfatto della decisione l’Avv. Tonino Barberio del Foro di Lamezia Terme legale del ragazzo che ha sottolineato il comportamento del suo cliente, il quale, pur essendo accusato di un fatto grave, non ha lasciato la Calabria sfuggendo alle proprie responsabilità, ma ha seguito di anno in anno il processo dichiarandosi sempre estraneo ai fatti.
C.O., infatti, si è stabilito definitivamente in un piccolo centro montano del catanzarese da dove ha continuato a vivere insieme alla moglie e dove sono nate le sue figlie.
“Si tratta, però, di una storia a lieto fine solo per metà - ha affermato il legale - perché in tutti questi anni il mio assistito, pur avendo un lavoro e un alloggio per se e la propria famiglia, per via dei carichi pendenti non è riuscito ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno con buona pace del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”.
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