Allotta (Pnfd): “La giustizia va riformata totalmente”

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  22 agosto 2024 09:38

Il segretario generale provinciale del sindacato di polizia nuova forza democratica-PNFD Ettore Allotta continua la sua ennesima battaglia della  Malagiustizia percepita da tutti, anche dai non addetti ai lavori, parte da lontano, infatti nasce con la riforma del Codice di Procedura Penale, che entrò in vigore il 24 ottobre 1989, il cosiddetto “*Codice Vassalli*”, come spesso viene chiamato per ricordare il nome del ministro di Grazia e Giustizia dell’epoca, Giuliano Vassalli.

Pertanto, a seguito di ciò, vengono istituite presso le Procure della Repubblica, le varie Sezioni di Polizia Giudiziaria, (errore  gravissimo) asservite così al potere e volere degli impuniti e impunibili PM, ed infatti dopo circa due anni, giusto il tempo tecnico di improntare qualche informativa di investigazione, che nel febbraio del 1992, parte l’inchiesta “*TANGENTOPOLI – MANI PULITE*”, definita “*il golpe mediatico politico*” per eccellenza, ovvero la madre di tutte le altre numerose inchieste che si sono susseguite nel corso di questo trentennio, calcando la medesima impronta, caratterizzate dal “*Giustizialismo Politico*” ordito da “*Magistrati Politicizzati e Giustizialisti*”, intenti a colpire solo quelle persone di ideologia avversa, timbrandoli già come colpevoli, al fine di perseguire il loro disegno di giustizialismo politico.

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Col Codice Vassalli, il PM diventa il cosiddetto “*Dominus delle Indagini Preliminari*”, assumendo la direzione delle indagini e disponendo direttamente della Polizia Giudiziaria. 
Quindi, con queste nuove peculiarità, il processo penale viene snaturato, non sembra più la sede designata all’accertamento dei fatti reato, ma diventa uno strumento, con smisurati poteri di Polizia nelle mani del PM, che in molti casi è un giovane trentenne, che senza esperienza alcuna, solo perché investito delle funzioni, dirige  delicatissime attività di indagini espletate da personale della Polizia Giudiziaria, con trentennale esperienza sia di servizio che specifica in materia di investigazioni.
Emerge un assoluto stra-potere dei PM, che possono: fare e disfare, accelerare e rallentare, depositare o tenere nel cassetto, scegliere se iscrivere o no, chiedere misure o intercettazioni, parlare con la stampa o restare silenti.

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Chi controlla questo stato di cose? Ed è legittimo chiedersi se e quante volte può essere accaduto (magari in realtà minori), nel disinteresse generale, che un’indagine si sia impantanata, o le prove a favore della difesa trascurate o nascoste per non indebolire l’accusa del PM???
Questo ha ridotto l'autonomia operativa della Polizia Giudiziaria (forze di polizia)ma anche il potere di ricerca della notizia di reato che ha determinato la sovrapposizione col PM, e talvolta la competizione, in un ambito normalmente di competenza della Polizia Giudiziaria, trasformando il PM in una sorta di "super poliziotto" inondando gli uffici di Procura di fascicoli di "indagini conoscitive" che assorbono consistenti risorse di uomini e mezzi del sistema giudiziario, con rilevanti costi, ed impegnando spesso esaustivamente la Polizia Giudiziaria.
Il potere esclusivo di direzione delle indagini del PM, ha a sua volta privato la Polizia Giudiziaria, del potere di autonoma iniziativa di indagine, con il risultato di aver ridotto nei fatti l'attività della Polizia Giudiziaria (forze di polizia)soltanto a quella delegata dal Pubblico Ministero, sminuendo e sopprimendo iniziative ed intuiti classici e tipici dei vecchi investigatori, ante Vassalli, diminuendo da una parte le garanzie di giustizia per il cittadino e dall'altra circoscrivendo, svilendo e appiattendo tutta l'attività della Polizia Giudiziaria, che pur essendo composta da eccellenti quanto esperti investigatori, viene sottomessa e schiacciata dalle funzioni del Pubblico Ministero.

Conclude Allotta-Ragioni queste, che rendono oramai impellente quanto necessaria una fondamentale *RIFORMA GIUDIZIARIA*, a tutela di tutti i cittadini, in modo che la scritta che campeggia nelle aule dei tribunali “*La legge è uguale per tutti*” corrisponda al vero, la giustizia al servizio dei cittadini, e che la Polizia Giudiziaria, non sia assoggettata e asservita alle funzioni del PM, rivalutando le proprie specificità, col ritorno dei PM a funzioni più propriamente giudiziarie, pur mantenendo un coordinamento delle indagini, per meglio preparare i processi.

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