"Leggo che 300 magistrati in pensione (tra Pubblici Ministeri e Giudici) hanno scritto una lettera al Ministro Carlo Nordio, al fine di convincerlo a non portare avanti la tanto discussa Riforma della Giustizia, incentrata sulla separazione delle carriere tra PM e Giudici, cioè la disgiunzione tra chi giudica e chi accusa". Lo afferma il segretario generale provinciale del sindacato di polizia PNFD Ettore Allotta.
"Non so cosa pensare di questi magistrati. Evidentemente gli sta bene questo status quo, cioè che il Pubblico Ministero, ossia quello che accusa, appartenga allo stesso ordine e funzione del Giudice. In verità la Riforma della Giustizia è vitale e può essere riassunta in 6 punti più essenziali:
1) il Pubblico Ministero non può essere dello stesso Ufficio del Giudice;
2) gli Uffici del Pubblico Ministero non possono risiedere nello stesso palazzo di quello del giudice, ovvero la Procura della Repubblica non può essere insita al Tribunale;
3) i magistrati che sbagliano pagano tutti indistintamente, bisogna applicare la responsabilità civile e penale, possono sempre stipulare una polizza assicurativa professionale, come d'altronde già esistente per altre figure di professionisti, tipo medici, ingegneri, ecc…;
4) togliere la direzione delle indagini al Pubblico Ministero;
5) Abrogare e sopprimere le sezioni di Polizia Giudiziaria, esistenti presso ogni Procura della Repubblica, istituite dalla “Legge Vassalli”, ove si prevede che l’Autorità Giudiziaria dispone direttamente della Polizia Giudiziaria, attuando, in questo caso, avendone sede presso l’ufficio del magistrato, una totale dipendenza funzionale e subordinazione, della Polizia Giudiziaria nei confronti del P.M..
6) ridare più autonomia di indagini alla Polizia Giudiziaria;
Allotta, conclude sostenendo che si continuerà a caldeggiare questa importante quanto necessaria riforma, che non è – sia chiaro - contro la magistratura, ma a favore di un sistema giuridico più giusto, trasparente ed equilibrato, in cui il diritto di difesa abbia davvero la centralità e l’importanza che merita.
Solo così si avrà una maggiore tutela dei diritti del cittadino, che ricordiamolo ha l’esigenza primaria di avere non solo giudici indipendenti ma anche giudici che appaiano indipendenti, ed è quello che alla fine paga sulla propria pelle di pene e di tasca questa assurda anomalia giudiziaria italiana".
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