"L’onda suicida, più volte segnalata da questa Organizzazione Sindacale, purtroppo continua ancora. E’ uno “tsunami” che colpisce le Forze dell’Ordine, quelle militari ed altri Enti".
Ettore Allotta segretario generale provinciale del sindacato dei poliziotti PNFD- rimarca- le motivazioni " tante, troppe da spiegare e forse alcune per noi, incomprensibili. E’ sicuramente vero che non è possibile incolpare direttamente nessuno dei nostri Vertici - ci mancherebbe altro - ma è pur vero che per un Corpo di Polizia, quello che si sta verificando da troppo tempo “è un paradosso”.
"Tutti noi sappiamo che uno dei compiti delle Forze dell’Ordine, forse il primario, è quello di prevenire il compimento di reati. Tale compito viene eseguito con professionalità da tanti poliziotti ma non viene svolto proprio nel nostro ambito. Se un dipendente della Polizia di Stato non dovesse adempiere ad un suo compito verrebbe – giustamente - indagato per “omissione” e quando questo compito viene “omesso” da altri ?
Cosa viene fatto all’interno della Polizia di Stato per evitare questi continui suicidi ? Si ritiene realmente di arginarli con tavoli e seminari ?"
"Questa Organizzazione Sindacale non vuole certo solo avanzare critiche perché sappiamo bene che è la cosa più semplice da fare ma abbiamo più volte proposto una possibile soluzione come ad esempio un’equipe di psicologi “esterni” alla Polizia di Stato che possano realmente seguire chi sta attraversando un momento difficile della sua vita. Questi medici specializzati non devono apparire come un nemico pronto a sbattere fuori dall’Amministrazione il malcapitato; devono seguirlo, aiutarlo e solo se realmente necessario, segnalare la cosa ai competenti organi della nostra Amministrazione che, “in automatico”, dovrà passare il paziente nel ruolo civile, facendogli quindi mantenere un posto di lavoro statale.”
"Abbiamo anche ricordato, seppure lo riteniamo superfluo: se un dipendente si ammala in qualsiasi modo, di una patologia che non presentava quando è stato accettato in Polizia, vuol dire che tale malattia è da considerare dipendente da causa di servizio”.
Allotta conclude "Ci auguriamo di non dovere continuare a leggere di suicidi nelle Forze dell’Ordine o in qualsiasi altro Ente; non si tratta di casi sporadici me di una vera strage che si verifica nel silenzio “tombale”.
Vogliamo veramente restare solo a guardare?"
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