
di PAOLO CRISTOFARO
Acqua, fango, caos, tragedia sfiorata. Parole cardine legate all'alluvione che tra il 3 e il 4 dicembre ha messo in ginocchio il Catanzarese. Tra le aree più colpite anche Squillace Lido. Ma cosa non ha funzionato? Perché alcuni territori sono più vulnerabili di altri?
Squillace Lido, analogamente ad altre località della costa ionica, è sorta nel verde della campagna in pochi decenni. Una zona quasi esclusivamente residenziale che si è espansa a macchia d'olio e che sta continuando a crescere. Un'area già toccata da eventi alluvionali negli anni passati, che con le stesse dinamiche finiscono per portare acqua e fango nei quartieri e nelle abitazioni. Su tutto ciò pesa un passato di sfruttamento intensivo del territorio? La struttura dei piani regolatori ha sempre garantito un'occhio attento alla sicurezza?
Domande più che lecite. Interrogativi alimentati anche dalle parole del sindaco, Pasquale Muccari, che intervistato dal giornalista Lino Polimeni, all'indomani dell'alluvione, ha focalizzato l'attenzione su alcuni temi particolari, specialmente quando ha detto, in maniera generica, che una cosa da fare nei territori costieri sarebbe impedire in futuro qualunque costruzione sotto il livello di campagna. E in passato è stato fatto?
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