Era la mattina del 5 novembre 2018 quando un violento nubifragio colpiva la località marittima di Simeri Crichi. Il torrente Fegato invadeva distruggendo la vasta area residenziale – villaggi Porto D’Orra, Airone Blu, Levante e Ponente - sommersa da oltre tre metri di acqua. La furia del torrente devastava ogni strada con una violenza e portata inaudita, determinando l’allagamento di case e veicoli, distruggendo muri di confine tra le varie abitazioni. Viali totalmente allagati da acqua, fango e detriti di ogni genere, percorribili esclusivamente da mezzi meccanici speciali, situazione questa di concreto pericolo per la vita ed incolumita` individuale di tutte le persone presenti.
Da anni il torrente Fegato non risultava bonificato e quella mattina il bollettino di vigilanza meteorologica registrava allerta meteo-idrogeologica e idraulica e temporali. Ma, pur registrandosi un fenomeno di rilevante attenzione ed allarme, nessuna attivita` di controllo e di prevenzione era stata posta in essere dagli organi competenti.
Le circa 40 famiglie danneggiate dei tre villaggi depositavano così denuncia-querela a carico di ignoti presso la Procura della Repubblica di Catanzaro per disastro ambientale conferendo incarico all’avvocato Stefania Rania, proprietario di villa anch’essa danneggiata e per tramite dello stesso avvocato adivano il Tribunale civile di Catanzaro con una azione di risarcimento danni a carico della Regione Calabria e del Consorzio di Bonifica.
Il conferimento peritale e` stato disposto per dare una risposta a quesiti come: descrivere sommariamente lo stato dei luoghi in Simeri Crichi condomini villaggio Ponente, villaggio Levante, Porto D’Orra, identificarne la destinazione urbanistica, attuale e pregressa, con particolare riferimento all’eventuale presenza di vincoli imposti dal PAI Calabria; descrivere l’evento calamitoso che, il 5 novembre 2018, ha interessato le aree sopra citate; identificare le cause e le origini che hanno portato al verificarsi dello stesso evento calamitoso e dire se sia riconducibile all’intensita` della pioggia oppure ad altri fattori in maniera esclusiva o concorrente; nel caso in cui vi sia responsabilita` concorrente nel verificarsi dell’evento, indicare se lo stato di manutenzione delle opere idrauliche superficiali, insistenti nelle aree in parola, abbia in qualche modo reso gli effetti dello stesso piu` gravose; accertare lo stato attuale delle opere idrauliche suddette ed indicare se esso possa rappresentare un pericolo per l’incolumita` pubblica e/o privata.
Rilievi e sopralluoghi al fosso Fegato nello sviluppo dei calcoli idraulici sono così stati eseguiti da due tecnici e consulenti, l'ingegnere Felice Marascio ed il geometra Domenico Veraldi. Accertamenti che hanno portato alle seguenti conclusioni: “Il Fosso risulta in alcuni tratti ripulito, per il resto mostra dei detriti e delle vegetazioni, i detriti sono ubicati all’interno dell’alveo in quantita` variabile. La vegetazione, consistente nella c.d. canna comune, corre lungo l’alveo sia sulla sponda di destra che di quella di sinistra idrografica. Il tratto indagato, nella zona immediatamente a valle del ponte ferroviario nella tratta ferrata Reggio Calabria-Metaponto, mostra una forte erosione dell’alveo con interessamento anche delle sponde in calcestruzzo. L’erosione e` l’inizio di una azione di scalzamento delle sponde. Il rischio concreto ed immediato e` la caduta di parti delle sponde in calcestruzzo all’interno dell’alveo con la possibilita` della sua occlusione...il Fosso mostra per lo piu` sponde di calcestruzzo con sopralzo realizzato da sponde in terra battuta, la vegetazione riveste motivo di grave pericolo, un suo sviluppo incontrollato porterebbe, di fatto, alle medesime condizioni appurate fino all’evento indagato. Lo sviluppo della vegetazione all’interno delle sponde in terra battuta, rende di fatto tale parte dell’alveo non piu` utile al defluire dell’acqua. In merito alla manutenzione del fosso Fegato, vi e` un protocollo di intesa datato 13 settembre 2019 stipulato dalla Regione Calabria ed il Comune di Simeri Crichi, il Protocollo di intesa attiene al fosso Fegato nel tratto compreso tra la SS n.106 e la sua foce, in sostanza quello da me indagato sulla presente relazione. I suddetti Enti Pubblici si accordano che la Regione Calabria provvede a proprie spese alla ripulita dell’alveo e la ricalibratura delle sponde. Al Comune di Simeri Crichi resta l’onere di provvedere allo smaltimento del materiale rimosso nel corso delle operazioni condotte”.
Secondo la relazione stilata dal legale degli alluvionati: "Il verificarsi dei gravi danni, conseguente all’esondazione del torrente Fegato, e` stato cagionato dall’assenza di governo degli Enti preposti alla vigilanza del demanio idrico - Regione Calabria e Consorzio di Bonifica - e da un uso scorretto del territorio inteso come risorsa".
Da anni, infatti, il torrente Fegato non risulta bonificato e le opere ex artt. 4,5,7,9,10 r.d. 25.7.1904 n.523 non sarebbero mai state realizzate.
La competenza sulla manutenzione straordinaria ed ordinaria del fosso Fegato spettava, secondo quanto disposto dalla normativa regionale, alla Regione Calabria ed al Consorzio di Bonifica. Precisamente, e` responsabile la Regione Calabria “per le opere di realizzazione e manutenzione delle opere idrauliche” – il tratto del fosso, nella zona immediatamente a valle del ponte ferroviario tratta ferrata Reggio Calabria-Metaponto mostra una forte erosione del fondo dell’alveo con interessamento anche delle sponde – ed e` responsabile il Consorzio di Bonifica “per le opere di canalizzazione di rete scolanti, per la stabilizzazione, difesa, e regimazione dei corsi di acqua e per la moderazione delle iene e relativi manufatti, per le opere di sistemazione idraulica agraria ed idraulica forestale e di forestazione produttiva, le opere di sistemazione idrogeologica, opere di prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico svolta con stretto raccordo con i Comuni attraverso la realizzazione di interventi di pulizia e piccola manutenzione”– lo sviluppo di vegetazione e detriti all’interno delle sponde in terra battuta ha impedito il defluire dell’acqua.
L’evento e` stato descritto dall'avvocato Rania come "grave e complesso", delineando il coinvolgimento di oltre centottanta abitazioni, vi e` stata la completa o parziale distruzione delle stesse e di veicoli di vario tipo, conseguente all’allagamento per un altezza superiore a tre metri.
"La piena idraulica del 5 novembre 2018 ha investito il fosso Fegato nella sua parte destinata al franco idraulico, ciò perche´ il resto della sua sezione era per lo piu` invasa da detriti e vegetazione - specifica ancora Rania per conto degli alluvionati - Lo stato di manutenzione del fosso Fegato e` stato ritenuto pericoloso per la pubblica incolumita` dal Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria. Infatti - aggiunge - la pulizia e la manutenzione del fosso erano state inserite nel Piano per gli interventi di sistemazione idrogeologica ed idraulica degli alvei dei corsi di acqua della Regione Calabria e come confermato dai vari Enti Pubblici con le missive allegate alla perizia del CTP, il fosso Fegato alla data dell’evento, 5 novembre 2018, non era stato oggetto della necessaria opera di pulizia del proprio alveo".
Inoltre, i calcoli idraulici e gli accertamenti tecnici effettuati, avrebbero provato che l’evento calamitoso del 2018, sarebbe stato generato, oltre che dalle piogge intense, dalla ridotta portata idraulica del fosso a causa della presenza di detriti e vegetazione nell’alveo, dovuta alla completa mancanza di manutenzione.
Sul fronte economico ed in merito ai fatti del 2018, tutti i danneggiati hanno gia` ricevuto i ristori da parte della Regione Calabria ma un secondo evento alluvionale ha investito la stessa zona nel dicembre del 2022, per il quale i danneggiati sono inseriti nel bando a scadenza luglio 2023 della piattaforma informatica per la richiesta del secondo ristoro.
Oggi il fosso Fegato risulta essere ancora pieno di vegetazione e detriti con la costante preoccupazione che una nuova ondata di maltempo, nell'inverno ormai prossimo, possa risvegliare ricordi terribili per i residenti locali.
L'auspicio è che la futura amministrazione che si insedierà dopo le consultazioni elettorali che avranno luogo il prossimo 22 e 23 ottobre, possa garantire il rispetto di quella convenzione stipulata tra il Comune di Simeri Crichi e la Regione Calabria nel settembre del 2019, "disatteso dall'amministrazione del tempo poi commissariata" scrive Rania. Un protocollo di intesa con al centro proprio il fosso Fegato che suddivide le competenze dei due Enti con la Regione che provvede a proprie spese alla ripulita dell’alveo e la ricalibratura delle sponde, mentre al Comune resta l’onere di provvedere allo smaltimento del materiale rimosso nel corso delle operazioni condotte.
Numerosi incontri e richieste di accesso agli atti erano state avanzate negli scorsi anni dall'avvocato Rania, all'epoca anche Presidente del Comitato di Frazione di Simeri Mare, per capire lo stato di attuazione del protocollo ma senza alcun esito. "Solo durante il commissariamento dell'ente è stata attuata una minima opera di manutenzione sul fosso, con la pulizia di un piccolo tratto del torrente" ha specificato Rania che oggi ha deciso di intraprendere l'avventura elettorale, candidandosi nella lista "Uniti per Simeri Crichi" con l'intento di portare avanti in prima persona e per conto dell'ente le cause di cui già si era fatta portavoce, garantendo ai cittadini una convivenza pacifica e serena.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736