Un emendamento per l’inserimento del progetto per realizzare l’alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria nel Recovery Fund. E’ quanto sollecita il Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale” che rivolge un appello ai parlamentari calabresi volto ad intervenire in maniera concreta senza più ricorrere a compromessi al ribasso che si palesano in forma beffarda di “velocizzazione della tratta esistente”.
“La nostra regione vive da troppi decenni in una situazione di isolamento, senza essere un’isola. Ha bisogno di aprirsi alle relazioni esterne, a rendere più accessibile il proprio territorio, ad essere connessa in tempi e con costi competitivi alle grandi città e ai mercati di riferimento nazionali e internazionali – si legge nella nota del Centro studi politico-sociali “Don Francesco Caporale” a firma dei componemti del direttivo Francesco Saverio Macrina, Domenico Lomanni, Fabio Lagonia, Costanza Santimone, Alberto Tiriolo, Rosario Munizza , Pietro Donato Ippolito, Fedele Talarico, Paola Bellomo, Fulvio Scarpino e Maria Marino -. È cognizione comune ed incontrovertibile che la Calabria, sotto l’aspetto infrastrutturale, presenti caratteri emergenziali e di precarietà tanto da rappresentare un caso esemplare di assoluta mancanza di un sistema dei trasporti, soprattutto nella sua direttrice jonica, sia essa nel settore stradale sia in quello ferroviario. Uno stato di abbandono che attesta le poche infrastrutture esistenti sulla fascia jonica al di sotto degli standard di sicurezza e di servizio essenziali. Più volte – e nonostante la sopramenzionata situazione di grave criticità che si ripercuote sulla qualità della vita e sull’impossibilità di mettere in campo qualsiasi relazione economica e culturale col resto dell’Italia e dell’Europa – si è avanzata l’ipotesi di portare l’Alta Velocità in Calabria come fattore di soluzione. Ogni volta, però, tale ipotesi veniva puntualmente ridimensionata”.
Nella nota, il Centro Studi ricorda, ancora, che le linee guida del Recovery Plan prevedono 32 miliardi di euro per modernizzare le infrastrutture italiane entro il 2027. Di questi, ben 26,7 miliardi di euro sono destinati a “opere ferroviarie per la mobilità e la connessione veloce del Paese”.
“Per quanto riguarda il Sud, nello specifico Basilicata e Calabria, si parla di “miglioramento delle infrastrutture ferroviarie” con eventuale upgrade delle tecnologie di controllo dei treni in modo da consentire l’utilizzo dei binari anche con l’alta velocità. È evidente, dunque, che il “Next Generation Italia” non preveda alcuna azione concreta finalizzata a portare realmente l’Alta Velocità in Calabria – prosegue ancora la nota - . Per esempio: la tratta RM-NA è costata 47,3 milioni di euro/km; la tratta FI-BO è costata96,4 milioni di euro/km. Prendendo a riferimento i dati sopra illustrati: la realizzazione della AV sulla Tirrenica calabrese avrebbe un costo assimilabile a quello della FI-BO, con un costo complessivo ipotizzabile in circa 43 miliardi di euro (Velocità massima raggiungibile su questo tracciato: 220 km/h; la realizzazione della AV sulla Jonica calabrese avrebbe un costo assimilabile a quello della RM-NA, con un costo complessivo ipotizzabile in circa 25 miliardi di euro (circa il 40% in meno rispetto alla direttrice tirrenica) . Velocità su questo tracciato: 300 km/h”.
Dati, questi che il Centri Studi politico-sociali “Don Caporale” mette a disposizione dei parlamentari che intendano elaborare un emendamento, e che dimostrano che esiste una possibilità reale, concreta e addirittura più vantaggiosa economicamente per realizzare l’Alta Velocità Ferroviaria in questa regione: “Si tratta di progettarne il tracciato lungo la direttrice jonica, la cui orografia è di gran lunga più agevole, ciò consentendo sia un risparmio di circa il 40% rispetto ai costi che si sosterrebbero per analoghi lavori lungo la costa tirrenica, sia un risparmio in termini di manutenzione futura. Per comprendere bene quanto si sta affermando è sufficiente verificare i costi occorsi per la realizzazione e per la manutenzione dell’autostrada SA-RC nel tratto tirrenico calabrese. Inoltre, il tracciato lungo la Jonica – a differenza di quello tirrenico – garantirebbe una velocità di 300 km/h, cioè un’AV propriamente detta secondo gli standard di questa tipologia di esercizio”.
“La realizzazione dell’alta velocità ferroviaria in Calabria lungo la direttrice jonica è dunque non solo possibile ma anche doverosamente urgente sotto il profilo dell’equità territoriale – conclude la nota del Centro studi “Don Caporale” firmata da Francesco Saverio Macrina, Domenico Lomanni, Fabio Lagonia, Costanza Santimone, Alberto Tiriolo, Rosario Munizza, Pietro Donato Ippolito, Fedele Talarico, Paola Bellomo, Fulvio Scarpino e Maria Marino - restituirebbe, finalmente, quel giusto respiro ad un’area da sempre abbandonata che, proprio a causa di tale deficit infrastrutturale, ha perso nei decenni molte occasioni di sviluppo e di crescita”.
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