AMA Calabria, Claudio Insegno presenta “Stanlio & Ollio” in esclusiva regionale

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  15 dicembre 2023 14:56

di CARLO MIGNOLLI

“Stanlio & Ollio – Amici fino all’ultima risata. La Commedia che vale una vita, forse due”. Questo il titolo della commedia che andrà in scena sabato 16 dicembre alle ore 21, in esclusiva regionale, presso l’Auditorium “Casa della Pace Angelo Frammartino” di Caulonia. Lo spettacolo ripercorre la vita di Stan Laurel e Oliver Hardy, gli inventori della risata, con l’obiettivo di renderli immortali. Fanno parte del cast Federico Perrotta, Sabrina Pellegrino, Valentina Olla, Guido Ruffa, Marco D’Angelo e Claudio Insegno, attore, ma anche regista dello spettacolo. Proprio Insegno, fratello dell’attore e doppiatore Pino, ha risposto ad alcune domande della nostra redazione.

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Sarà a Caulonia il 16 dicembre per presentare al pubblico calabrese lo spettacolo “Stanlio & Ollio”, organizzato da Ama Calabria. Com’è stato lavorare a questo interessante progetto che la vede nella doppia veste di attore e regista?

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«Ho lavorato a questo progetto con Sabrina Pellegrino e ho voluto essere responsabile di questo difficile spettacolo sin dall’inizio. Ho capito che era il momento giusto per me realizzarlo, perché, avendo l’esperienza giusta, potevo mettermi in gioco in un lavoro così impegnativo. Forse se l’avessi fatto dieci anni fa non sarei stato in grado di portare a termine un’operazione di tale portata, perché penso che la bravura derivi dall’esperienza. All’inizio noi pensavamo quasi di fare un torno a Stanlio e Ollio, ma siamo riusciti ad avere delle belle soddisfazioni. Prima di realizzare questo spettacolo, mi piaceva sempre attingere al repertorio dei due comici e portare qualcosa di loro negli altri miei spettacoli e alla fine è stato naturale realizzarne uno incentrato proprio sulla loro vita. Raccontiamo i loro problemi, le loro donne, i rapporti che avevano instaurato: Stanlio è stato sposato sette volte e accusato di bigamia, Ollio ha avuto tre mogli, nella loro vita è successo di tutto. Molti li conoscono solo per la loro comicità, invece hanno al loro interno un mondo inesplorato che è bello da conoscere».

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Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta ad omaggiare con uno spettacolo le iconiche figure della risata Stan Laurel e Oliver Hardy?

«A mio avviso, il pubblico deve conoscere queste due figure iconiche della risata. Si potrebbe pensare di saper tutto di loro, in realtà non si conoscono a fondo. È giusto sapere tutto quello che hanno fatto per farci ridere, come sono nate le gag, i balletti e le canzoni».

L’anno scorso è stato nella nostra regione, più precisamente a Reggio Calabria, per la messa in scena di “Coppie felicemente infelici”. Torna volentieri in Calabria? Quali aspetti apprezza maggiormente della nostra terra?

«Sono di origini calabresi da parte di padre, dunque torno sempre volentieri e non dimentico tutte le bellissime esperienze vissute in Calabria. Amo come i calabresi affrontano le difficoltà, sempre guardando il lato positivo. Il sole, il mare e il cibo aiutano. Si dice anche, in ambito teatrale, che il pubblico calabrese ride poco, in realtà lo scorso anno a Reggio Calabria è stato il contrario».

Quanto è importante avvicinare al giorno d’oggi i giovani al mondo del teatro?

«È un argomento che ho molto a cuore, perché ho una mia Accademia. È importantissimo avere dei giovani che almeno si approccino all’arte della recitazione. Spesso in proprio in Accademia si parla di giovani disattenti, ed è molto importante fargli capire quanto sia importante l’arte e quanto devono studiare per poter approcciarsi a questo mestiere non facile. Hanno bisogno di uno studio maggiore nei confronti di materie fondamentali per poter andare avanti nella carriera. Allo stesso tempo non è facile farli ragionare e fargli prestare attenzione su quello che stanno facendo».

Quali sono i consigli che darebbe ad un giovane che decide di intraprendere la difficile strada del mondo della recitazione o della regia?

«Il consiglio che mi sento di dare, a chi vuole intraprendere questo mestiere è quello di studiare e non perdersi nelle distrazione. Oggi i ragazzi, a mio avviso, sono troppo distratti da quello che ci sta in giro. Anche il cellulare stesso è una distrazione, cosa che noi non avevamo e riuscivamo a concentrarci di più su quello che dovevamo fare. Solo così si possono apprezzare ancora di più il teatro, il cinema e l’arte in generale».

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